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Un confronto ” “sul futuro dell’Unione tra i rappresentanti delle chiese europee ” “e i collaboratori ” “del presidente Prodi ” “” “” “
“Il futuro dell’Unione europea: Laeken e dopo…”, questo il tema del seminario che si è svolto lo scorso 30 ottobre a Bruxelles, organizzato dal Gruppo di Consiglieri Politici del Presidente della Commissione Europea (GOPA) in collaborazione con la Commissione Chiesa e Società della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE). Al seminario, che ha avuto luogo nei locali della Commissione Europea, hanno partecipato quasi cinquanta esperti ed osservatori delle realtà ecclesiali provenienti da tutta Europa. I lavori sono stati moderati da Keith Jenkins, direttore della Commissione Chiesa e Società della KEK, e da mons. Noël Treanor, Segretario Generale della COMECE. Introducendo la discussione, l’ambasciatore Michael Weninger, membro del GOPA e responsabile del dialogo con le Chiese, le religioni e gli umanesimi, ha sottolineato l’importanza dell’incontro, “ prima tavola rotonda in merito al tema del futuro dell’UE per favorire l’evoluzione del dialogo con il contributo delle Chiese“.
Ascoltare i cittadini. Il direttore del GOPA, Ricardo Franco Levi, ha ripercorso il dibattito che si è sviluppato in seguito al Trattato di Nizza del febbraio scorso. A suo avviso, “ l’esercizio di ridefinire le regole comunitarie non si può fare senza che la voce dei cittadini trovi ascolto. Le Chiese e le comunità religiose ha proseguito Levi hanno un contributo molto importante da offrire, malgrado la reticenza di molti Stati membri ad assegnare alla religione un ruolo formale in seno alla Convenzione che sarà incaricata di redigere l’agenda della Conferenza Intergovernativa (CIG) del 2004“. Nel corso della sessione dedicata alle aspettative dei cittadini sulle riforme istituzionali, Sylvie Goulard, diplomatico francese e membro del GOPA, ha parlato del ruolo delle Chiese “ chiamate non a fare propaganda ma a stimolare l’interesse dei Cittadini a partecipare al dibattito europeo chiedendo chiarezza ai governanti riguardo alle finalità del progetto europeo“.
Riscoprire i valori comuni. Per François Scheer, già ambasciatore francese in Germania e attualmente Presidente della Commissione Scienza e Società della Federazione Protestante Francese, la disaffezione dell’opinione pubblica nei confronti dell’Europa nasce dal fatto che “ i Cittadini non conoscono l’obiettivo, le finalità del progetto europeo. Non si sa dove si è diretti, verso dove si è portati, e in più i temi attualmente sul tavolo della discussione non appassionano la gente“. Secondo Scheer, le responsabilità sono condivise tra i Governi, i Parlamenti nazionali, le Istituzioni europee ed i media: “ l’Unione è anzitutto una comunità di valori, per cui gli Europei debbono dapprima riscoprire i valori comuni per poi scoprire l’Europa“. In relazione alla questione dei temi centrali del Vertice di Laeken in programma a dicembre, padre Pierre de Charantenay, direttore dell’OCIPE (“Office Catholique d’Information et d’Initiative pour l’Europe”), ha auspicato che i lavori del Consiglio europeo si ispirino ai valori di solidarietà, giustizia e pace: “ La Dichiarazione di Laeken ha osservato deve essere breve e di semplice lettura, affinché i Cittadini la facciano propria. Gli Stati membri devono impegnarsi in questa direzione, poiché comunicazione ed informazione sono in primo luogo responsabilità dei Governi“.
Gian Andrea Garancini – Bruxelles