scheda – ” “Il processo di pace” “” “

Come è maturata ” “la decisione ” “del "decommissioning" ” “da parte dell’Ira” “” “

La decisione dell’Ira di consegnare le armi per salvare il processo di pace in Irlanda del Nord è un momento storico per una terra tormentata da secoli di guerra civile.
Dopo la tregua dichiarata dall’Ira nel 1994, la decisione dei terroristi repubblicani di “decommissionare” le loro armi (si usa questo termine anziché quello di “consegna” per non dare l’impressione di una resa dei terroristi) è senza dubbio la svolta più importante del processo di pace partito nel lontano 1993. Sulla strada della pace sono morti i tredici martiri di “Bloody Sunday”, la domenica insanguinata del 30 gennaio 1972 quando l’esercito britannico caricò una dimostrazione di protesta. Bobby Sands, sfinito da uno sciopero della fame, morì in prigione, il primo marzo del 1981. I politici protestanti, sia i moderati dell'”Ulster Unionist Party” che quelli fanatici del “Democratic Unionist Party”, hanno sempre usato la mancata “decommissioning”, come la prova che della sospensione della violenza dell’ Ira, arrivata con il cessate il fuoco del 1994, non c’era da fidarsi. La clausola esisteva già nella dichiarazione di Downing Street firmata quasi otto anni fa, nel dicembre 1993, dal Primo Ministro britannico John Hume e dall’irlandese Albert Reynolds con la quale prese il via il processo di pace: la prima volta che il “Sinn Fein”, il partito dei terroristi otteneva lo status di interlocutore politico e che il governo britannico accettava di dialogare con Gerry Adams. Mediatore chiave fra il terrorista e i ministri fu John Hume, il leader dello “SDLP”, il partito dei cattolici moderati. Nell’agosto 1994 i terroristi repubblicani dichiararono il cessate il fuoco, seguiti subito da quelli protestanti. A cambiare la storia nordirlandese, in questi anni, sono stati proprio loro, gli uomini dell’ “Ira” pronti a sospendere la violenza in cambio di uno spazio politico che garantisca ai cattolici per la prima volta gli stessi diritti, scuole, posti di lavoro, rappresentanza politica, dei protestanti. La pace è passata anche attraverso il referendum del 22 maggio 1998 con il quale l’accordo del Venerdì Santo è stato approvato dalla maggioranza di cattolici e di protestanti, sia a nord che a sud, nella Repubblica d’Irlanda e la lenta costruzione di quegli organismi, la “Northern Ireland Assembly”, il parlamento del Nord Irlanda e l'”Executive”, il governo, che garantiscono che questo pezzo di isola irlandese possa autogovernarsi, indipendente dal parlamento di Westminster.
Da oggi il dialogo politico e la smilitarizzazione, le due strade sulle quali ha camminato la pace negli ultimi anni, riprendono spazio. I cattolici del “Sinn Fein” e i protestanti dell'”Ulster Unionist Party” ritornano a parlarsi negli organi di autogoverno. L’esercito britannico comincia lo smantellamento di due torri di sorveglianza e di due delle proprie basi, gesti simbolici che dicono alla gente che il potere di Westminster vuole davvero andarsene da quei luoghi.
Parole di benvenuto per la decisione dei terroristi dell’Ira di abbandonare i loro arsenali e un invito ai terroristi protestanti a fare altrettanto arriva dall’arcivescovo Robin Eames, leader della “Chiesa di Irlanda”, la Chiesa anglicana che rappresenta una minoranza della popolazione protestante del Nord Irlanda. Eames ha usato parole forti, chiedendo ai terroristi protestanti di non perdere questa occasione unica. “Nessuno che abbia vissuto durante i lunghi anni del terrorismo in Nord Irlanda può evitare di dare il benvenuto alla decisione dell’Ira”, ha detto Eames. “Considerata la storia del repubblicanesimo irlandese questo e’ un momento storico. Ma la vera battaglia per i cuori e le menti di tutte le comunità è quello che ci aspetta ora. Ho sempre detto che la reazione alla ‘decommissioning’ à altrettanto importante quanto l’azione stessa”.
Eames ha invitato a costruire il futuro, approfittando di questo momento unico. “Mentre lottiamo per lasciarci il passato alle spalle, – ha concluso l’arcivescovo – questa è l’ora dell’arte del governo da parte dei politici, del coraggio da parte di coloro che hanno ricordi tragici e amari e di una apertura all’esterno che porti a tutti noi pace e stabilità nel futuro”.
S.G.