La testimonianza di Thomas Koenig,
volontario di Misereor, sulla situazione
al confine dell’Afghanistan
300.000 marchi da mettere a disposizione di esperti che lavorano nelle zone più interessate dall’escalation bellica di questi giorni. L’iniziativa è dell’organizzazione Misereror che fin dal 1958 promuove in tutto il mondo progetti “contro la fame e le malattie nel mondo” come partner di progetti di sviluppo nella lotta alla povertà, impegnandosi anche in Germania come “movimento di opinione” per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del Sud del Mondo.
Secondo il medico Thomas Koenig, responsabile del programma “Controllo della lebbra e programma di sviluppo” (Lepco), che si trova attualmente a Islamabad, in Pakistan, “ la situazione disastrosa della popolazione ha subito un peggioramento significativo che riguarda tanto coloro che già si trovavano in Afghanistan quanto gli stessi profughi afgani, il cui numero è drammaticamente cresciuto, che si dirigono nei paesi confinanti, soprattutto in Pakistan”.
L’associazione è anche impegnata in attività per soccorrere e intercettare i flussi di profughi e così, ad esempio, cerca di mandare avanti un programma formativo culturale di base per donne e ragazze nella città pachistana di Peshawar, al confine con l’Afghanistan, che viene ora completato con un’introduzione alla medicina di base; analogamente accade ad un programma in Afghanistan mirato a combattere la lebbra e la tubercolosi, che viene adesso completato e rafforzato con i rudimenti delle cure mediche di base.
Misereor per statuto promuove l’impegno della chiesa cattolica tedesca soprattutto all’estero. Fin dall’anno della sua fondazione, l’organizzazione punta anche a diffondere in patria il concetto che “la condivisione deve diventare norma fondamentale di un comportamento responsabile dal punto di vista etico”. All’estero invece, allo stesso tempo, punta sullo strumento dell’aiuto attraverso il quale stimolare progetti e creatività locali.
Si tratta di progetti a lungo termine che abbiano come finalità un miglioramento della vita umana attraverso una rete di interventi di sviluppo che forniscano a chi riceve aiuto la capacità di riconoscere che è possibile realizzare un cambiamento attraverso i propri sforzi. L’aiuto ai singoli progetti viene fornito attraverso il sostegno diretto, fornendo ove necessario le necessarie consulenze e finanziando inoltre le risorse umane necessarie alla realizzazione del progetto. Scopo del lavoro dell’intera organizzazione non è portare un aiuto generico ma intraprendere un processo, come dice Kesuma Saddak di Misereor: “Affronteremo innanzitutto le cose che attualmente sono più necessarie, ma l’obiettivo del nostro aiuto è incominciare un processo a lunga scadenza per la ricostruzione dell’Afghanistan”.
L’organizzazione può contare su un piccolo successo, ottenuto da uno degli esperti inviati, tra cui Thomas Koenig, del “progetto per il controllo della Lebbra e il programma di Sviluppo”. Koenig spiega che “dall’Organizzazione Mondiale della sanità l’organizzazione ha già ricevuto cinque tonnellate di materiale clinico e di medicinali, che verranno inviati a Peshawar, al confine con l’Afghanistan. Cercheremo di mettere al sicuro negli ospedali il carico facendoci aiutare dai collaboratori locali della Lepco. Qui a Islamabad la situazione è relativamente tranquilla, per quanto si possa percepire tensione. Cerco di mantenere il contatto con le forze locali e con gli ospedali, in modo che possa essere portato avanti l’approvvigionamento di base, ma questo non sempre è facile”.
Patrizia Collesi