Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul traffico illecito delle armi leggere (New York, 9-20 luglio): la delegazione della Commissione delle Chiese per gli affari internazionali intende svolgere un ruolo di monitoraggio dei lavori e di pressione affinché venga presto approvato, come previsto, un “Programma di azione”. Sono più di 10 mila le persone che ogni settimana perdono la vita nel mondo a causa delle armi leggere, utilizzate in situazioni di guerra e conflitti ma anche in contesti di violenza domestica. “L’impatto più devastante dell’uso delle armi leggere si legge in una nota del Cec è sugli adolescenti. Il loro peso leggero e la loro maneggiabilità facilitano infatti l’ingaggio dei bambini nei conflitti armati”. Si tratta di una grave questione di responsabilità che riguarda tutta la comunità internazionale. Le Chiese fanno notare che “non esiste ad oggi un accordo internazionale sulla non-proliferazione delle armi leggere volto a limitarne la diffusione, come nel caso delle armi chimiche, biologiche e nucleari”, sebbene il segretario generale dell’Onu Kofi Annan abbia dichiarato che “la limitazione della proliferazione delle armi leggere è una delle principali sfide in materia di prevenzione dei conflitti del XXI secolo”. Alla Conferenza di New York, è intervenuto anche mons. Celestino Migliore, capo della delegazione della Santa Sede, che ha incoraggiato la comunità internazionale a promuovere tutte quelle attività politiche ed educative che favoriscano la cultura della pace e della vita.