Nel 1995 il 6% della popolazione attiva francese viveva sotto la soglia della povertà, fissata al livello di 535 euro al mese (circa un milione di lire). Da allora la disoccupazione è significativamente diminuita, ma in parallelo è aumentata la precarietà sociale e lavorativa. E’ partendo da questo dato che un gruppo di 28 associazioni e movimenti impegnati nel sociale ha dato vita a un forum per attirare l’attenzione sulla “solidarietà” come valore da diffondere in una società segnata da una crescente precarietà. La prima assemblea di questo neonato raggruppamento, che ha scelto come nome “Cristiani contro la precarietà”, si terrà il 22 settembre nella località Plaine-Saint-Denis. Scopo del Comitato è lavorare in difesa dei più deboli di oggi che sono appunto i senza lavoro, i precari e gli espulsi dal sistema produttivo.
Il Comitato propone di creare un “Cac sociale”, cioè un indice di borsa che però presti attenzione all’impegno ed ai contenuti etici delle imprese. Un altro tema che viene reputato centrale dal raggruppamento è la difesa dei “più vulnerabili” sul mercato del lavoro: giovani, disoccupati e detenuti. In pratica viene proposto un “contratto di accompagnamento” da integrare nel codice del lavoro. Un altro aspetto significativo, per i promotori dell’iniziativa, consiste nel garantire che il lavoro dei detenuti, laddove viene svolto, rispetti i criteri del diritto comune. La realtà infatti evidenzia che spesso si attuano prevaricazioni o vengono introdotte normative decise dall’amministrazione penitenziaria, che non tengono conto del diritto del lavoro vigente. Scopo finale del cartello di associazioni è quello di lanciare un messaggio positivo al mondo delle imprese, perché si assuma una visione dell’attività imprenditoriale impostata sui valori sociali e del rispetto dei diritti dell’uomo lavoratore. A questo proposito si lancerà la proposta di adottare un “Marchio di utilità sociale” da parte delle imprese che aderiranno alla proposta.
L.C.