Integrazione della Svizzera nelle organizzazioni internazionali ed europee; rafforzamento delle iniziative a favore di un commercio equo con i Paesi in via di sviluppo; impegno per la cancellazione del debito dei paesi poveri; creazione di un Fondo svizzero solidale. Sono alcune delle richieste contenute nel Messaggio al Paese sottoscritto dalle Chiese riformate e cattoliche della Svizzera. Il documento – dal titolo “Insieme nel futuro” – verrà presentato il 1° settembre a Berna e sarà affidato ad alcuni rappresentanti della politica, dell’economia e del sociale in occasione di una manifestazione solenne. Frutto di una vasta consultazione ecumenica di base iniziata nel 1998, il documento è stato presentato nei giorni scorsi alla stampa da mons. Amédée Grab, presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri (e del Ccee) e dal pastore Thomas Wipf, presidente del Consiglio della Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera. Il testo affronta alcune delle questioni più urgenti dell’avvenire sociale ed economico del Paese: famiglia, migrazioni, lavoro, rapporto con l’ambiente e il denaro, politica.
Un capitolo è interamente dedicato alle relazioni internazionali e al riposizionamento della Svizzera nei suoi rapporti con il mondo. “Nel comandamento dell’amore al prossimo scrivono le chiese noi vediamo un invito alla solidarietà mondiale civile. Il bene comune rappresenta oggi un compito universale che mette al centro valori come la salvaguardia dell’ambiente, la pace e la giustizia che non possono oggi realizzarsi se non all’interno di un ordine internazionale”. Le Chiese ritengono necessario sensibilizzare il popolo svizzero alla responsabilità internazionale del loro Paese e chiedono “un aggiustamento del concetto di neutralità” che permetterebbe alla Confederazione di “partecipare, in solidarietà con gli altri Stati, a misure di mantenimento della pace chiaramente definite nei piani internazionali”.