La visita del presidente americano Bush in Europa monopolizza l’attenzione dei quotidiani internazionali, impegnati in analisi e commenti sugli scenari del “dopo 11 settembre”, in un mondo alle prese con le nuove minacce terroristiche di Bin Laden. “Un coro misto aspetta Bush in Europa”, titola ad esempio l’ Herald Tribune (22/5) in prima pagina, descrivendo il “clima” che si respira a Berlino, prima tappa del tour europeo di Bush, come quello di una città e una nazione “amica” dell’America, ma anche alle prese con un certo “unilateralismo risorgente” in Europa. “L’Europa e il messianismo americano”: si intitola così un articolo firmato da Patrick Jarreau (Le Monde, 22/5), in cui si “fa il punto” sul rapporto tra le nuove minacce terroristiche agli Stati Uniti e il ruolo dell’Europa nella “grande alleanza mondiale” del dopo-11 settembre. Alla vigilia del viaggio di Bush nel nostro continente e un anno dopo il primo viaggio analogo compiuto dal presidente americano, “molte cose sono cambiate nel mondo, ma non le relazioni tra gli Stati Uniti e i loro alleati europei. L’immagine che ciascuno ha dell’altro si è, invece, deteriorata. Nel giugno 2001, cinque mesi prima dell’entrata in carica del nuovo presidente, gli europei avevano una cattiva opinione dell’amministrazione Bush e del suo capo; ora, poiché gli americani approvano massicciamente i loro dirigenti, sono gli stessi Stati Uniti che sono percepiti come arroganti, bellicosi, refrattari a qualsiasi critica”. Secondo Jarreau, tutto ciò accade perché “l’America è oggi entrata in un nuovo periodo della sua storia, dominato da quello che si potrebbe chiamare il messianismo americano”.
Continua sul settimanale Spiegel del 18/5 la seconda puntata della serie di servizi sull’educazione in Germania, questa volta viene dato spazio all’educazione negli asili e Ansbert Kneip, Cordula Meyer e Hans-Ulrich Stoldt nel servizio “ Posso farcela!” parlano dell’inadeguatezza degli asili tedeschi a cogliere le nuove sfide dell’educazione, perché “ mancano soldi, personale e un’idea che i bambini dovrebbero imparare“, cioè saper cogliere ed eseguire ordini ed indicazioni, anche di livello semplice. “ Questi bambini leggiamo – non riescono ad apprendere perché non hanno tenacia. Genitori ed educatori non riescono quasi a far loro apprendere perché non sopportano gli sforzi e gli insuccessi“. Sullo stesso settimanale, “ Hotline con il Paradiso” è il servizio che dà il titolo di copertina di questa settimana. Lo Spiegel indaga sul “ perché gli uomini pregano. Fino ad ora su questo problema si erano lambiccati il cervello numerosi studiosi nell’ambito della cultura. Ora ci provano ricercatori scientifici, che vogliono trovare l’origine della religione nell’intreccio delle cellule grigie”. E annuncia: “ E’ già indiziata come sede di Dio una precisa regione cerebrale.”
Ancora alti i toni della stampa tedesca sulla questione della cacciata dei cittadini tedeschi dalla Repubblica Cecoslovacca alla conclusione della II guerra mondiale in seguito ai decreti del presidente Eduard Benes (in vigore ancora oggi). L’occasione è stata offerta dalla celebrazione della festa dei tedeschi dei Sudeti il 19 maggio a Norimberga. Così in prima pagina la Frankfurter Allgemeine Zeitung del 21/05 titola “ Praga: la cacciata è stata una buona cosa ‘giusta, lungimirante, sorgente di pace’” riportando le parole dell’attuale presidente ceco Zeman secondo il quale i tedeschi dei Sudeti “ volevano stare all’interno del Reich, così lo hanno seguito“. Dall’altra parte, intervenendo alle celebrazioni, il candidato cancelliere Edmund Stoiber accusa “ una gran parte dell’élite politica ceca di non riuscire a liberarsi dell’idea nazionalista” e, a suo avviso, l’atteggiamento verso questi decreti “darà la misura della capacità della Repubblica Ceca di stare in Europa “. Un’occhiata infine alla visita del Papa in Bulgaria con un articolo sulla Chiesa ortodossa bulgara “ debole e lacerata, ma decorativa” in cui Reinhard Veser spiega che le paure del patriarca Maxim sono rappresentate dal fatto che “ agli occhi degli intellettuali, che si sono mossi per la visita del Papa, Giovanni Paolo II rappresenta l’immagine opposta a questa Chiesa ortodossa: un uomo istruito, conoscitore del mondo, che è rimasto integro anche sotto il dominio comunista. Maxim sembra temere che questo possa essere chiaramente visibile, quando starà a fianco di Giovanni Paolo II“.