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Il delegato dei vescovi europei per i media commenta il messaggio del Papa per la prossima giornata mondiale delle comunicazioni sociali (12 maggio)
“Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo” questo il tema scelto da Giovanni Paolo II per la XXXVI Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebrerà domenica 12 maggio. Per commentare questa giornata abbiamo intervistato il vescovo di Portsmouth, in Gran Bretagna, mons. Crispian Hollis , delegato per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles e del Consiglio delle conferenze episcopali europee.
Che cosa pensa del modo con il quale i media britannici trattano le questioni religiose?
“Se consideriamo che il Regno Unito è un paese molto secolarizzato e non interessato in modo particolare a questioni religiose, è notevole la quantità di spazio che giornali, radio e televisione dedicano a questi temi. Occorre poi fare una distinzione tra giornali di qualità e tabloids. Questi ultimi sono interessati a notizie di natura scandalistica e non trattano le questioni religiose in modo serio ma i quotidiani di qualità affrontano con autentico interesse le notizie che riguardano le chiese cristiane e più in generale la religione. Purtroppo la chiesa, quella cattolica in particolare, non è sempre abbastanza abile da occupare questo spazio perché assume spesso nei confronti dei media un atteggiamento di difesa”.
Perchè la Chiesa cattolica tende ad avere questo atteggiamento?
“Credo che dipenda dalla nostra storia, dal fatto che siamo stati a lungo una minoranza perseguitata. In realtà il mondo nel quale viviamo è stato creato da Dio ed è pieno di potenzialità positive, sta a noi trovare il terreno giusto, i canali più appropriati per comunicare la parola di Dio”.
A volte mi sembra che i giornali inglesi affrontino le questioni religiose con maggiore rispetto di quelli italiani…
“Sono d’accordo. Penso che non esista nel Regno Unito l’anticlericalismo che esiste in Italia. Ho notato che nei paesi dove il cattolicesimo è la religione della maggioranza spesso l’anticlericalismo dei laici è molto più acceso. Un atteggiamento simile i nostri giornali lo dimostrano nei confronti della chiesa di Inghilterra che qui è la chiesa di Stato”.
Che cosa pensa del modo con il quale i giornali inglesi hanno trattato il problema degli abusi sessuali sui bambini ?
“Penso che spesso i giornali cerchino lo scandalo. Credo però che il problema degli abusi sessuali sui bambini sia così sentito che è comprensibile che i giornalisti lo trattino con la massima attenzione possible”.
Il Papa ha dedicato a Internet il messaggio per la prossima giornata delle comunicazioni sociali. Qual è il suo parere su questo nuovo mezzo di comunicazione?
“Devo ammettere che non sono un grande affezionato di Internet. Uso la rete per ottenere informazioni, per tenermi aggiornato sul sito vaticano e per controllare le notizie della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ma cerco di trascorrervi meno tempo possibile. Uso Internet molto per la posta elettronica ma soltanto per comunicazioni di natura pratica, di ufficio. Ho un indirizzo di posta elettronica privato sul quale i sacerdoti possono parlarmi dei loro problemi personali ma sono convinto che la posta elettronica non vada usata per messaggi personali. Credo che vada usata per comunicazioni di natura pratica, anche perchè i messaggi elettronici possono essere letti da chiunque. Quando devo affrontare questioni davvero delicate scrivo una lettera”.
Silvia Guzzetti – Londra