Il pericolo nazionalista” “

I movimenti nazionalisti hanno seguito perché le forze politiche non hanno saputo risolvere i problemi della gente, afferma il politologo Dieter Mahncke
Le elezioni presidenziali in Francia, le dichiarazioni antieuropee, l’omicidio del leader della destra olandese Fortuyn: sono fatti che interrogano la coscienza europea e fanno temere una rinascita del nazionalismo. Dieter Mahncke , preside della Facoltà di Studi politici ed amministrativi del Collegio d’Europa di Bruges, ci aiuta a trovare delle risposte.

Come valuta il comportamento degli elettori francesi al primo e secondo turno delle presidenziali?
“Ritengo che la reazione alle elezioni francesi sia stata esagerata. Non ci troviamo di fronte alla possibilità che un nuovo fascismo o un nuovo totalitarismo attraversino l’Europa. Ciò che va preso seriamente in considerazione è il fatto che quasi un terzo degli elettori hanno votato al primo turno per gli ‘estremisti’, siano essi di destra o di sinistra, e che una grande percentuale non ha votato affatto. Ma non per questo un terzo dei cittadini è composto da estremisti. Molti di loro, probabilmente la maggior parte, sono semplicemente insoddisfatti della maniera con la quale i partiti tradizionali hanno affrontato – oppure ignorato – le questioni che essi considerano come i loro reali problemi”.
Ritiene che, anche alla luce dell’assassinio del leader della destra olandese Pim Fortuyn, in Europa assistiamo all’emergere di movimenti nazionalisti estremisti o si tratta di un’esagerazione dei mass media?
“I movimenti nazionalisti – o populisti – estremisti sono una realtà e non un’invenzione dei media. E’ vero che essi godono di seguito perché le forze politiche tradizionali non hanno affrontato compiutamente tutti i temi posti sul tavolo. Se la pressione migratoria viene considerata un problema non è per il razzismo delle popolazioni locali ma per i problemi ad essa collegati come la disoccupazione, la criminalità, la mancanza di una casa. Non basta fare discorsi in cui si chiede alla gente di essere gentile con il prossimo. Piuttosto, i temi vanno affrontati e risolti; certo, non è facile e ci vuole tempo, cosa che tuttavia fa il gioco dei movimenti populisti che possono criticare e accaparrarsi i voti”.
Ritiene che le istituzioni dell’Unione Europea e i governi nazionali non siano sempre capaci di trasmettere ai cittadini europei un messaggio positivo, costruttivo e rassicurante del processo di integrazione europea?
“Si, tanto le istituzioni comunitarie quanto i governi stanno fallendo in questa direzione, gli ultimi più delle prime. Ma è esattamente la ragion d’essere della Convenzione sul futuro dell’Europa che sta lavorando a Bruxelles: chiarire una volta di più quali siano gli obiettivi del processo di integrazione europea e migliorare le procedure per facilitare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’UE deve dare ai cittadini un’immagine più chiara di sé stessa: cosa fa e quali sono i suoi reali obiettivi. Uno sforzo del genere renderebbe più difficile per i Governi europei dare a Bruxelles la colpa per tutto quello che non va”.
Gian Andrea Garancini – Bruxelles