La parrocchia, “una delle strutture più antiche della società occidentale”, permane come “laboratorio della fede dei giovani di oggi”: lo ha detto, nell’omelia della messa che questa mattina ha aperto i lavori della quarta giornata del X Simposio dei vescovi europei in corso a Roma, il card. James Francis Stafford, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Con una presenza che risale al III secolo, “la parrocchia – ha detto il cardinale – durante gli ultimi cento anni ha subito gli attacchi più duri della sua storia millennaria, a causa di fenomeni quali l’urbanizzazione, l’industrializzazione e la secolarizzazione”. Oggi, nonostante le difficoltà che le parrocchie incontrano nelle grandi città, ha aggiunto il cardinale, “la stragrande maggioranza dei giovani celebra l’Eucarestia nelle loro parrocchie ed in essa i giovani imparano che sono il popolo del Maranatha-vieni Signore Gesù”. Stafford ha anche messo in luce “i due metodi di base del laboratorio della fede della Chiesa primitiva, che si completano l’un l’altro: l’uno è utilizzato per la moltitudine, l’altro per pochi”. Questa duplice funzione può essere svolta ancora oggi nella parrocchia, che raggiunge con il suo annuncio e le sue strutture pastorali, sia il popolo dei fedeli, sia i “piccoli gruppi dove si formano i responsabili”. Il mondo – ha concluso – ha “ancora bisogno della testimonianza di giovani laici confessori della fede” e nelle parrocchie c’è la possibilità di formarli”. A tal proposito ha ricordato figure quali il Beato Pier Giorgio Frassati, don Primo Mazzolari, p. Giulio Bevilacqua.