MONS. KONDRUSIEWICZ (MOSCA): ” “DISAPPUNTO PER SILENZIO SUI VISTI NEGATI A VESCOVO E PRETE CATTOLICI ” “"

Il ritiro dei visti al vescovo Jerzy Mazur e all’italiano p. Stefano Caprio, oltre che una violazione della legge sulla libertà religiosa in Russia, costituisce una violenza nei confronti dei fedeli cattolici russi, che sono stati privati della presenza dei loro pastori”: mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia ha ribadito oggi quanto aveva affermato nei giorni scorsi al Sir. “I cittadini russi cattolici – ha proseguito l’arcivescovo presente al X Simposio dei vescovi europei in corso a Roma – hanno gli stessi diritti di quelli ortodossi e quindi si tratta di fare chiarezza su fatti che non sono stati spiegati e sui quali c’è un rimpallo di responsabilità”. Mons. Kondrusiewicz chiede quindi: “I cattolici russi possono considerare valide anche per loro le garanzie costituzionali di libertà di coscienza e il diritto di avere propri pastori, compreso quello di invitarli dall’estero, non dimenticando che per 81 anni la Chiesa cattolica in Russia è stata privata della possibilità di formare e ordinare dei propri sacerdoti?”. Una seconda questione, secondo l’arcivescovo, viene dal fatto che le manifestazioni anti-cattoliche previste nei prossimi giorni – anche se forse non di fronte alle chiese cattoliche – non hanno visto una chiara e ferma disapprovazione da parte di rappresentanti del Patriarcato di Mosca. Mons. Kondrusiewicz ha, infine, richiamato l’appello da lui diffuso nei giorni scorsi per esprimere, sempre a proposito del ritiro dei due visti, un forte disappunto per il silenzio “da parte delle organizzazioni russe e internazionali per la difesa dei diritti umani, chiamate a difendere i diritti delle minoranze religiose e l’assenza di reazioni da parte della Procura generale, il cui compito è controllare che siano rispettate le leggi”. L’unica eccezione – precisa – “è stata la sezione russa dell’Associazione internazionale per la libertà di coscienza”.