CARD. MOUSSA I DAOUD (CHIESE ORIENTALI), ” “DA EST AD OVEST I GIOVANI SONO UN "COMPITO INELUDIBILE" ” “

Un “compito ineludibile” per le Chiese orientali e occidentali europee: “Su di noi grava la responsabilità di fare dei giovani la memoria vivente e il futuro delle Chiese e della società in Europa”. E’ l’impegno ribadito questa mattina dal cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione delle Chiese orientali, durante la celebrazione eucaristica secondo il rito bizantino che ha aperto la terza giornata di lavori del X Simposio dei vescovi europei, in corso a Roma fino al 28 aprile sul tema: “Giovani d’Europa nel cambiamento. Laboratorio della fede”. Il tema su cui si confronteranno oggi i 90 vescovi e i 35 giovani provenienti da tutto il continente è “Itinerari di formazione”, il moderatore sarà mons. Virgilio Bercea, vescovo di Oradea Mare. “La nuova Europa sarà ‘con’ o ‘senza’ la Chiesa?” si è chiesto il cardinale Moussa I Daoud, dicendosi preoccupato per “l’indifferenza religiosa, l’allontanamento dalla Chiesa di molte persone, la diminuzione delle vocazioni, la decrescente pratica religiosa”. Se l’identità dell’Europa si fonda su valori già acquisiti come “la democrazia, l’apertura e il dialogo”, è anche vero che permangono “la secolarizzazione, l’ateismo, il materialismo e alcune divisioni acuite dalle difficoltà nel rapportarsi con il fenomeno dell’immigrazione, che porta la tentazione di tornare al passato e di chiudersi”. Eppure, in questo panorama, ha osservato il prefetto vi sono delle “radici religiose ancora feconde”, un “tesoro prezioso che i pastori hanno il dovere di valorizzare”: “Queste sono la vera forza per la nuova evangelizzazione, che esprime sé stessa in una accoglienza prudente ma sicura”. Tra gli altri aspetti positivi il prefetto ha ricordato la fioritura di nuovi movimenti e associazioni, la presenza numerosa di giovani “che bussano alle porte delle Chiese orientali”, e la grande accoglienza che le Chiese occidentali riservano, nei loro contesti, alle Chiese orientali. “La missione evangelizzatrice – ha concluso – può trarre forza dallo scambio di doni tra Occidente e Oriente cristiano”. Ma, ha rimarcato, “nonostante le apparenze, le Chiese stanno solo balbettando tra loro: c’è bisogno di un dialogo più paziente e fiducioso”. La celebrazione è stata animata dai cori polifonici del Collegio Pio Romeno della Chiesa greco-cattolica.