“I giovani sono una risorsa positiva per l’evangelizzazione ma occorre raccoglierne le sfide e le provocazioni per dare loro modo di vivere la fede in Cristo con un sempre maggiore impegno di vita”. Lo ha detto mons. Cesare Nosiglia, vice gerente della diocesi di Roma, aprendo oggi, a Roma, la prima giornata dei lavori del X Simposio dei vescovi europei, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), sul tema “Giovani d’Europa nel cambiamento. Laboratorio della fede”. “Per sostenere questo impegno – ha aggiunto mons. Nosiglia – chiediamo ai giovani di aiutarci a leggere questo rinnovamento in una prospettiva non di conflitto ma di speranza nel Vangelo. Si può vivere da cristiani pieni di entusiasmo, di fede e di coerenza in questo mondo di postmodernità. I giovani lo stanno facendo dando vita ad una nuova inculturazione del Vangelo nel mondo. Si tratta di un messaggio di grande speranza per tutta l’Europa”. Tuttavia la sfida maggiore da affrontare, per Nosiglia, è quella di “aiutare i giovani a vivere la fede al di fuori di un’apparente chiusura al presente. C’è infatti una correlazione profonda tra le radici storiche della fede cristiana, la memoria, e la sua intrinseca novità ed apertura. La fede cristiana non può esistere senza memoria e senza futuro poiché l’evento della redenzione è radicato nella storia”. “Non vogliamo – ha concluso il presule – rinnovare la pastorale giovanile ma iniziare un cammino di ricerca appassionata e severa con i giovani per capire come avviare una nuova stagione di evangelizzazione e di radicamento del vangelo nella storia e nella vita della nostra società”.
