CARD. RE, NO ALLA "MARGINALIZZAZIONE DELLE RELIGIONI" ” “

Se vogliamo che i giovani abbiano un senso profondo della propria identità, è essenziale opporci al tentativo di dimenticare, o peggio ancora di tagliare le radici col passato della civiltà europea”. Lo ha detto il card. Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi, aprendo questo pomeriggio i lavori del X Simposio dei vescovi europei, in svolgimento a Roma (fino al 28 aprile) sul tema: “Giovani d’Europa nel cambiamento. Laboratorio della fede. Riferendosi, nell’omelia della Messa di apertura, al fatto che nella recente Convenzione di Laeken “le comunità dei credenti non siano state esplicitamente menzionate”, Re ha ripetuto il “no” pronunciato dal Papa, nel recente discorso al Corpo diplomatico, a qualsiasi tentativo di “marginalizzazione delle religioni”. “Nel corso dei secoli – ha ricordato, infatti, il cardinale – l’Europa e il cristianesimo si sono intimamente intrecciati e mutuamente arricchiti di quei valori che sono diventati l’anima della civiltà europea”. Anche oggi, per Re, “l’unità europea deve andare oltre la logica di una semplice unione monetaria ed economica: l’euro, ma moneta unica, è certamente un passo in senso positivo, ma l’Europa ha bisogno di un’anima che ispiri gli sforzi politici ed economici”. In un’epoca, come la nostra, “caratterizzata dal pluralismo e dal relativismo, è quanto mai utile trasmettere ai giovani una chiara coscienza della propria identità. Se i campanili e le cattedrali, edificati in Europa lungo i secoli – ha concluso il cardinale – finiranno per servire soltanto per le cartoline illustrate, i giovani di questo vecchio Continente, che per secoli ha rappresentato il fulcro delle vicende culturali e politiche del mondo, vedranno la loro umanità gravemente impoverita”.