“Perdita di valori, spersonalizzazione degli individui, superficialità, edonismo, fuga da tutto ciò che significa sacrificio, generosità, responsabilità, sofferenza”: così un gruppo di giovani della diocesi di Istanbul sintetizza la “decadenza morale” della società, fenomeno di cui “la maggior parte dei ragazzi non è cosciente”. “Noi giovani di Turchia prosegue la riflessione pensiamo che oggi la Chiesa abbia la missione di sensibilizzare, rendere cosciente, incoraggiare il popolo cristiano e particolarmente la gioventù”. Una presa di coscienza che deve “nascere dalla testimonianza e dalla coerenza di vita di coloro che la proclamano, oltre che da una corresponsabilità di ragioni, mezzi e obiettivi da conseguire”. La “coscientizzazione”, rilevano i giovani turchi, “passa attraverso l’interiorizzazione e l’approfondimento della propria vita spirituale, mediante la preghiera e il dialogo con Colui che è la radice della nostra esistenza”. Ma “anche il nostro agire deve riflettere esternamente ciò che crediamo e viviamo al nostro interno: in altre parole occorre una maggiore coerenza tra fede e comportamento”. Questi i mezzi indicati: “corresponsabilità dei laici nei progetti, sia a livello di attività esterne, sia negli organismi interni alla Chiesa”; capacità di autocritica; recupero della dimensione spirituale; intensificazione dell’impegno di solidarietà verso poveri ed emarginati. I giovani, in particolare, sono chiamati a testimoniare la propria fede attraverso “la Parola conosciuta, meditata e vissuta”; attraverso “l’esempio nei fatti concreti”; la preghiera “gli uni per gli altri”; l’impegno “nel volontariato, nell’azione pastorale, nella catechesi”; la collaborazione “con la gerarchia ecclesiastica ad ogni livello”; la presenza “nella società, nella cultura, nell’università, nei media e negli ambienti di lavoro”.