La vita da valorizzare, il tempo da donare, il cammino da percorrere, la speranza da seminare, Dio da raccontare e Gesù Cristo da annunciare nella Chiesa. Sono questi, secondo i responsabili della pastorale giovanile della Conferenza episcopale svizzera, gli elementi che possono aiutare la riflessione sul mondo giovanile. La domanda di fondo, affermano i responsabili svizzeri, è “come mi avvicino al giovane e come valorizzo la sua vita?”. E’ importante, al riguardo, riflettere sul lavoro ecclesiale per i giovani e sulla necessità di essere presenti, di offrire disponibilità ed esprimere riconoscenza a coloro che si ‘offrono’ e si ‘donano’. Non solo i giovani, infatti, secondo i responsabili svizzeri, hanno un cammino da percorrere “ma anche noi, troppo spesso confinati nei nostri uffici o appartamenti. Ma i giovani non verranno da noi. Dobbiamo essere noi ad andare da loro o almeno invitarli a venire. Il nostro cammino è verso di loro e con loro, né dietro né davanti. L’aiuto maggiore che si può dare ai giovani riguarda il loro avvenire, stimolandone la capacità di guardare in alto e più lontano”. Si tratta di “un processo indispensabile che ci consente di parlare di Dio. In ogni attività, politica, sportiva, sociale lo scopo sarà quello di annunciare Gesù Cristo, per essere ‘sale della terra e luce del mondo’. E questo annuncio si realizza attraverso la proclamazione, la liturgia e la diaconia all’interno della Chiesa e al servizio del mondo. I giovani rispondono all’appello del Cristo se noi andiamo loro incontro e camminiamo con loro”.