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Proporre ai giovani la fede nella sua organicità, ossia con una esperienza cristiana basata sulla tradizione (sacramenti, liturgia, catechesi, preghiera) ma anche con “tempi, luoghi e mezzi” diversi da quelli utilizzati con gli adulti: è l’atteggiamento assunto dalla Chiesa spagnola per evangelizzare i giovani, che richiede soprattutto “accompagnamento spirituale”, “testimonianza di vita”, “coerenza, trasparenza” e attenzione alla “dimensione della comunione”.
Le esperienze positive delle precedenti Giornate mondiali della gioventù dimostrano infatti che “il Vangelo attrae i giovani quando viene presentato nella sua radicalità”, osservano i responsabili della pastorale giovanile spagnola ma le difficoltà nel vivere “una esperienza integrale e sistematica di fede derivano dalle caratteristiche di una cultura dominante in Europa che ha dimenticato le proprie radici cristiane” e da “forme di pseudo religiosità che danno poche risposte ai problemi dell’uomo”. Questo crea a volte nei giovani spagnoli pregiudizio nei confronti della Chiesa; da qui la necessità di porre l’evangelizzazione giovanile come una priorità. Tra i contenuti su cui puntare: la solidarietà, la fraternità, la giustizia sociale, l’esperienza “ecclesiale” di gruppo, la semplicità nei rapporti, la “mistica del volontariato”, l’esperienza comunitaria della preghiera.
Tra le risorse a disposizione, la Chiesa spagnola propone cammini di catecumenato giovanile in parrocchia, esperienze intense di convivenza, pellegrinaggi (ad esempio il cammino di Santiago), Giornate mondiali della gioventù, missioni specifiche per il mondo giovanile e universitario, esercizi spirituali, ritiri, veglie. Anche le iniziative dei nuovi movimenti ecclesiali, delle associazioni di Ac e di quelle legate alle congregazioni religiose, con i loro metodi pedagogici, sono valorizzate.