“Il giovane si trova oggi in un mondo complesso, segnato dalla superficialità. Ha l’impressione di far parte di molte comunità, ma in realtà non fa parte di nessuna”: è la constatazione di base della pastorale giovanile della Slovacchia, per cui ne deriva una diffusa difficoltà dei giovani a trovare la propria identità. La “nuova evangelizzazione” è così chiamata a prendere atto di queste difficoltà che investono la famiglia, gli ambienti educativi, il venir meno di “modelli positivi”. Per le diocesi si tratta di attuare momenti formativi per quanti si mettono al servizio dei giovani (preti, educatori laici, religiosi), oltre che di dar vita a “Centri di accoglienza” dei giovani, dove questi possano sentirsi a casa propria.
Strumenti di richiamo possono essere costituiti da conferenze, discussioni, riviste, concerti, programmi di comunicazione sociale. Una Chiesa missionaria deve inoltre contare su persone capaci di annunciare Cristo mediante un valido percorso di “inculturazione”, che tenga conto dei moderni strumenti quali i mass-media, internet e la musica. In particolare, quest’ultima è ritenuta in Slovacchia “il mezzo di comunicazione per eccellenza” rispetto alle giovani generazioni. Comunque, occorre proporre ambienti “accoglienti”, dove i giovani possano sentire di far parte di un gruppo di persone e dove possano trovare “amici veri”, qualcuno che “si occupi di loro” e “dove possano sperimentare la vita nella comunità per poter crescere nella fede”. Una esortazione viene rivolta anche a presbiteri, religiosi e docenti di religione, perché cerchino i modi migliori per accostarsi alle giovani generazioni, comprendendone a fondo i linguaggi e sapendo proporre i valori perenni del Vangelo in modo moderno e accessibile.