allargamento

” “Polonia: molte incognite

” “” “"Non vi è alternativa ad un’Europa allargata. Ma ciò non significa che non manchino motivi di seria preoccupazione ” “al riguardo", osserva mons. Muszynski” “


La Polonia è uno tra i Paesi più avanzati nel cammino verso l’integrazione europea. “Per lungo tempo – ha dichiarato il presidente della Repubblica di Polonia, Aleksander Kwasniewski, in visita a Roma alla fine di febbraio (cfr SirEuropa n.8/2002) – l’unificazione era appannaggio delle nazioni libere che vivevano dalla parte occidentale della ‘cortina di ferro’. Noi, ingabbiati dalla parte opposta, provavamo un senso di scollamento, di perdita di qualcosa che pure ci apparteneva, perché anche noi avevamo contribuito alla sua creazione”. Poi, finalmente, “con ‘Solidarnosc’ l’inizio della svolta” ed ora il rigoroso impegno per l’adeguamento ai parametri europei. “Dopo l’allargamento dell’Unione fra due anni – ha proseguito il presidente polacco, riferendosi al probabile ingresso entro il 2004 del proprio Paese e del primo gruppo degli altri candidati – l’area dell’Europa unita coinciderà in buona misura con la sua estensione geografica”. Tuttavia per larga parte della popolazione polacca l’adesione all’Unione Europa è una sfida ricca di incognite ed è fonte di preoccupazione. Ne abbiamo parlato con mons. Henryk Muszynski , arcivescovo di Gniezno, che in seno alla Conferenza episcopale polacca è uno tra i vescovi più attenti e sensibili alle questioni europee.

“Riunificare l’Europa da Ovest ad Est è una priorità di tutti”, ha detto Jacques Delors. I polacchi condividono questa affermazione?
“La maggioranza della popolazione è consapevole che non vi è alternativa ad un’Europa allargata. Ma ciò non significa che non manchino motivi di seria preoccupazione al riguardo. In particolare la gente si chiede cosa rappresenti veramente l’Unione Europa e in che direzione questa stia andando. Perché la stessa Unione ha intrapreso un vasto processo di riforma che ne potrebbe modificare radicalmente il profilo. E allora: quali principi guideranno la nuova Europa? E che posto sarà riconosciuto ai nuovi membri? Queste le principali domande che ci facciamo un po’ tutti”.
Dove trovare delle risposte esaurienti?
“Penso che sarebbe molto importante avere un’informazione oggettiva e la più ampia possibile su che cosa è l’Unione Europa, quali sono i suoi obiettivi, quali impegni sono richiesti ai Paesi membri. Sono convinto che se la gente conoscesse meglio la direzione verso la quale ‘marcia’ l’Europa sarebbe più disposta ad accettare sacrifici per entrare a farne parte. Il cammino verso l’Europa unita, infatti, deve essere un cammino graduale accompagnato dalla partecipazione attiva della gente. Solo così le rinunce e i sacrifici che esso comporta diventeranno più comprensibili e sopportabili”.
Quale ambito di intervento dell’Ue preoccupa maggiormente i polacchi?
“Certamente il settore dell’agricoltura è quello che desta maggiore preoccupazione perché ha un peso molto rilevante nell’economia polacca. Sappiamo che, con l’ingresso nell’Unione Europa, dovremo modificare l’assetto dell’agricoltura in Polonia e questo inciderà anche su chi lavora in questo settore e sulle famiglie. Perciò siamo molto attenti a seguire i processi di ‘ristrutturazione’ che l’economia europea ci richiederà”.
Qual è il ruolo della Chiesa nella riflessione sull’allargamento dell’Unione?
“La Chiesa è chiamata a dare speranza contro ogni timore e a difendere gli ultimi. Perciò si colloca tra il governo e la gente affinché l’uno ascolti l’altra e viceversa. Inoltre, il dialogo ecumenico tra le Chiese cristiane è uno strumento essenziale affinché la Polonia possa svolgere quel ruolo di ponte tra Est ed Ovest dell’Europa che riveste naturalmente per la sua posizione geografica”.
Ignazio Ingrao