Germania: "tenere viva la speranza"” “

“Chi ancora si muove nella spirale della violenza, commette del male verso Dio e verso l’uomo”. Con queste parole, che danno il titolo al messaggio diffuso nei giorni scorsi dalla Conferenza episcopale tedesca, il card. Karl Lehmann ha commentato la situazione in Terra Santa. “Non è questo il momento di attribuire la colpa dei drammatici sviluppi del conflitto all’una o all’altra parte”, ha dichiarato il cardinale a nome dei vescovi tedeschi. “I sanguinosi attentati terroristici palestinesi – ha proseguito – e la limitazione dell’autonomia palestinese da parte delle forze di sicurezza israeliane hanno condotto a una situazione” dove “l’odio e la volontà di rappresaglia da entrambe le parti” sono gli elementi che “segnano il corso degli eventi”. “Segno ulteriore di violenza incontrollata sono gli attacchi alle chiese e agli edifici della minoranza cristiana”. Un sentimento di vicinanza è stato espresso poi a tutti coloro che, in Israele e in Palestina, “non si sottomettono a una dinamica della violenza ma tengono viva la speranza di pace e di un accordo che tuteli tanto i giustificati interessi di sicurezza di Israele quanto il diritto dei palestinesi ad avere una collettività autonoma e vitale”. Dalla Germania è giunto anche l’allarme della Caritas: “l’ospedale dei bambini della Caritas di Betlemme, fondato nel 1952 da padre Ernst Schnyfrig e finanziato attualmente da circa 60.000 persone in Germania e Svizzera, è tagliato fuori dal mondo esterno; l’offensiva militare israeliana danneggia la cura medica dei bambini palestinesi”. La speranza è che “l’equidistanza” della struttura sanitaria, “la renda rispettata da entrambe le parti e risparmiata dagli scontri”.