Per scongiurare pericoli come l'”irrilevanza”, l'”insignificanza” o la presunta “liquidazione” del movimento cattolico in Italia, tutti i cristiani devono sentire come “appello urgente” e “compito irrinunciabile” quello di “servire la causa dell’uomo a tutto tondo, sapendo che quest’ultima, per un credente, non può che identificarsi con la ‘causa cattolica’”. E’ quanto si legge nel documento “Prendiamo il largo! Per una nuova stagione del movimento cattolico in Italia”, presentato il 26 marzo a Roma. “Ripartire dai contenuti della dottrina sociale della Chiesa, per ridare concretezza ad un orizzonte culturale ed orienti il lavoro ordinario nel sociale e nel civile”: questo l’obiettivo di fondo del manifesto, promosso e sottoscritto da 94 credenti, variamente impegnati nell’associazionismo, nel sindacato, nel volontariato, nella cooperazione e in altre istituzioni sociali, civili ed economiche. La “causa cattolica”, si precisa nel testo, “non è una nuova forma di fondamentalismo” ma “la volontà e la capacità dei cattolici” di affrontare i cambiamenti culturali e sociali del nostro tempo attraverso “il confronto e il dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, senza mettere la sordina alle proprie convinzioni”.