” “"Una persona può scontare una lunga pena ma quando si sente perdonata da Dio, si sente libera", ” “racconta padre Carmelo, da trent’anni a fianco dei detenuti ” “
Il telefono squilla 24 ore su 24, anche il campanello della porta suona a tutte le ore. Siamo a Londra al numero 4 di Back Hill dove sorge la St. Peter Italian Church: la chiesa degli italiani. Fondata nella metà dell’800 da San Vincenzo Pallotti “per essere vicino e di aiuto ai numerosi immigrati” ancora oggi è punto di riferimento per tantissimi nostri connazionali ma anche per uomini e donne provenienti da tutto il mondo. Qui abita padre Carmelo Di Giovanni, 58 anni, calabrese, da trent’anni a Londra e ora parroco della chiesa italiana. “Un piccolo grande uomo”: a definirlo così è stato uno dei tanti “ragazzi” che padre Carmelo ha incontrato nelle carceri inglesi, di cui è cappellano.
“Tante volte gli ha scritto un ex-detenuto – mi sono chiesto come fai, dopo tanti anni di bugie e di inganni, a continuare a volerci bene. Delle volte mi vergogno di tutte le bugie che ti ho detto ma tu non ti arrabbi e perdoni. E’ come l’eterna lotta del bene contro il male. Ogni volta che penso a te mi viene in mente la definizione di ‘piccolo grande uomo’”. Ogni anno mille giovani italiani si ritrovano “rinchiusi” nelle carceri del Regno Unito. Ma detenuti, drogati, alcolizzati, emarginati trovano in Carmelo un padre e un amico. “Vedo il volto di Cristo in ognuno di questi ragazzi. A volte è difficile, ci sono momenti di dubbio, di rabbia ma è Cristo che sta bussando alla porta”, ripete il parroco. Il suo sogno è quello di costruire una grande casa dove poter accogliere i giovani che hanno scelto di ricostruirsi una vita. Per ora si accontenta di spalancare le porte della sua Chiesa e della sua casa. Fino a qualche mese fa due volte alla settimana la sala parrocchiale si riempiva di persone alla ricerca di un pasto caldo, di un momento di svago davanti alla televisione, di un vestito pulito. “Si era sparsa la voce – racconta padre Carmelo – e così arrivava tanta gente di tutte le nazionalità. Purtroppo ora abbiamo dovuto sospendere”.
Piccolo di statura, capelli grigi, ai piedi le inseparabili scarpe da jogging, padre Carmelo accoglie tutti. In carcere ha incontrato terroristi, ladri, assassini. Per ognuno ha una parola di conforto e speranza. “E’ bello dice – quando ricevo le lettere di chi ce l’ha fatta e mi racconta della sua nuova vita. E’ triste raccontare ai genitori gli ultimi giorni della vita del loro figlio. Quante volte padri o madri hanno telefonato in parrocchia alla ricerca del loro figlio scomparso. Quante volte ho ricevuto dalla polizia la richiesta di identificare un giovane morto per overdose in strada o nei sotterranei della metropolitana”. Per tanti di questi ragazzi la prima tappa dopo la libertà è sempre la St. Peter Church, dove arrivano con la speranza di una vita migliore. Alcuni ce la fanno. “Una delle esperienze più belle con questi ragazzi racconta padre Carmelo – è la confessione. Mi colpisce sempre l’umiltà di chi si confessa, la coscienza dell’uomo che si è macchiata di crimini e l’inizio della consapevolezza di aver sbagliato, il pentimento delle proprie colpe. Sono persone che si sentono cumuli di macerie, totalmente distrutte. Ma quando arrivano a prendere coscienza del male causato non chiedono la libertà, riconoscono di ‘dover pagare’ per quello che hanno compiuto, come il buon ladrone sulla croce; alcuni di loro sono così disperati che pensano che Dio non possa perdonarli. E qui arriva il sacramento della Riconciliazione che permette alla creatura di rinascere, di avere una nuova vita. Non sono le sbarre, le catene fisiche che rendono schiavo l’uomo, nessuno può rubare la vita. Una persona può scontare anche una lunga pena ma quando dentro sente di essere stata perdonata da Dio, si sente libera”. “Il perdono concesso nel sacramento della Riconciliazione non è un atto esterno, una sorta di sanatoria giuridica, ma un vero e proprio incontro del penitente con Dio”, scrive il Papa nella lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo, invitando alla riscoperta di questo sacramento.