“La minaccia delle donne sotto sistemi fondamentalisti che abusano della loro dignità e dei loro diritti è una questione seria e importante. Tuttavia, la risoluzione presentata da Maria Izquierdo Rojo e adottata dal Parlamento europeo non affronta la questione con la precisione, il rispetto e la responsabilità che merita“. Lo scrive la Comece (la Commissione che riunisce le conferenze episcopali delle Comunità europea) in una nota diffusa subito dopo l’adozione, il 13 marzo scorso, da parte del Pe della risoluzione su donne e fondamentalismo (cfr SirEuropa n.10/2002).
“Il fatto che la risoluzione osserva la Comece sia passata per soli due voti (242 a favore e 240 contrari) dimostra che molti parlamentari condividono che il testo nella sua forma finale è errato”. La Comece riconosce che “ogni sistema ideologico è soggetto ad essere sfruttato da fondamentalisti ed estremisti ma la risoluzione di Izquierdo Rojo punta quasi esclusivamente sul fondamentalismo religioso, sottovalutando l’esistenza di altre forme di fondamentalismo”. A parere della Comece, la risoluzione sembra dare per scontato che “ci sia un conflitto tra la religione e i diritti e le libertà fondamentali”, nonostante l’impegno delle Chiese e comunità religiose per la promozione dei valori che difendono e proteggono la dignità umana. “Il Parlamento europeo aggiunge la Comece – non aiuterà le donne che soffrono sotto i sistemi fondamentalisti condannando la religione e imponendo la secolarizzazione al suo posto, come la risoluzione sembra invocare”.