riforme

” “Il contributo delle Chiese ” “

” “Allargamento e riforma dei trattati sono i prossimi obiettivi dell’Unione europea. L’impegno e la ” “partecipazione delle Chiese ” “” “” “


L’Unione europea ripensa se stessa in vista di un possibile allargamento a 27 Paesi e in vista di quelle riforme istituzionali che potrebbero condurre a redigere una Costituzione europea. Perciò a pochi giorni dall’inaugurazione dei lavori della Convenzione sul futuro dell’Europa, la Comece (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea) in collaborazione con l’Università cattolica e la diocesi di Lille, il 7 marzo ha organizzato un seminario di studio sulle “sfide per un’Europa unita”.

Allargamento: priorità dell’Europa. “La riunificazione dell’Europa è il nostro ideale e deve essere la nostra priorità”, ha detto Jacques Delors, già presidente della Commissione europea, intervenuto al seminario di Lille. Grazie all’allargamento dell’Unione, ha spiegato Delors, “potremo integrare le diverse espressioni di Europa che abbiamo nel continente e lasciarci finalmente alle spalle lo scisma d’Oriente, le guerre di religione, le guerre mondiali”. Se “riusciremo in questo intento l’Europa diventerà un laboratorio unico in materia di mondializzazione”. “Spero che la Convenzione per il futuro dell’Europa sia guidata dalla memoria delle vittime dell’Europa divisa” nel XX secolo ha aggiunto mons. Josef Homeyer, vescovo di Hildesheim in Germania e presidente della Comece, concludendo i lavori del seminario.
Le responsabilità dell’Unione. Mons. Homeyer ha anche ricordato “la responsabilità geopolitica dell’Europa” nel governo dell’ordine mondiale. Al riguardo Jean-Luc Dehaene, vicepresidente delle Convenzione europea intervenuto al seminario della Comece, ha osservato che, grazie al lavoro della Convenzione prima e della conferenza intergovernativa in seguito, “siamo chiamati a consolidare l’integrazione europea nel quadro degli equilibri mondiali”. Il vicepresidente della Convenzione ha garantito che tale organismo si porrà anzitutto “in ascolto della società civile affinché questa possa dare il suo pieno contributo al processo di riforma dell’Unione europea”. A questo scopo è stato creato il Forum della società civile e – ha aggiunto Dehaene – “abbiamo già chiesto alle principali Ong europee di coordinarsi e dialogare con i membri della convenzione”.
Ascoltare le Chiese. “Ci attendiamo che la Chiesa si manifesti e sia ascoltata nel processo di riforma dell’Europa”, ha ribadito Delors. “Non chiediamo privilegi – ha sottolineato mons. Hippolyte Simon, vescovo di Clermont – ma non vogliamo neanche essere esclusi da dibattito sul futuro del nostro continente. Perciò desideriamo portare il nostro contributo attraverso il Forum della società civile”. Anche il giurista italiano Cesare Mirabelli, già presidente della Consulta, intervenuto al seminario di Lille, ha spiegato che “il problema del ruolo delle Chiese nell’Unione europea non è un problema confessionale ma squisitamente laico: cioè come le istituzioni comunitarie intendono porsi rispetto alle realtà cui si rivolgono”, tra le quali ci sono anche le comunità dei credenti.
Due gruppi di lavoro. Le conclusioni del seminario svoltosi a Lille sono confluite nel dibattito in seno all’assemblea plenaria della Comece che si è svolta l’8 marzo. Dai lavori sono emerse indicazioni utili alla riflessione di due gruppi di lavoro costituiti dalla Comece. Un gruppo, su “fede cristiana e integrazione europea”, coordinato da mons. Simon, vescovo di Clermont, è incaricato di preparare un documento sul significato dell’integrazione europea dal punto di vista teologico. Tale documento, almeno nelle sue linee principali, sarà sottoposto all’esame della prossima assemblea dei vescovi dell’Unione europea in autunno e la pubblicazione è attesa per il 2004. Un altro gruppo di lavoro, più ristretto, coordinato da mons. Attilio Nicora, vicepresidente della Comece, seguirà i lavori della Convenzione europea ed elaborerà i contributi da presentare al Forum. L’assemblea plenaria dei vescovi dell’unione europea ha confermato mons. Nöel Treanor, segretario generale della Comece per un altro triennio.
Ignazio Ingrao