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” “Un appello alla partecipazione

” “” “I vescovi francesi sollecitano i cittadini ad esercitare il loro dovere elettorale: "Anche se imperfetta – scrivono – la democrazia è ” “un’occasione che ci viene offerta"” “” “


Il 21 aprile e il 5 maggio 2002, i francesi voteranno per eleggere il loro Presidente della Repubblica che rimarrà in carica per un quinquennio; il 9 e il 16 giugno si recheranno alle urne per le elezioni legislative.

Francesi delusi e disinteressati. L’annuncio della candidatura alla presidenza di Jacques Chirac, l’attuale presidente della Repubblica francese, e quella del suo primo ministro, Lionel Jospin, ha dato il via alla campagna presidenziale. Secondo l’opinione pubblica, sono i due candidati con maggiore probabilità di successo. In questa prospettiva, il 18 febbraio scorso, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale ha diffuso una nota per motivare i cittadini ad esercitare il loro dovere elettorale: “Non facciamo che il dibattito si riduca ad una denuncia degli scandali, alle polemiche sulle persone e sulla gestione del momento”. Consapevoli del disinteresse e della delusione dei cittadini, aggiungono: “Anche se imperfetta, la democrazia è un’occasione che ci viene offerta”. Secondo i sondaggi, gli “scandali” che ingombrano il terreno della vita politica francese, non spiegherebbero da soli l’abbandono della gente dal campo politico. La Commissione degli affari sociali dell’episcopato francese ha osservato che “esiste anche un serio disinteresse da parte dei giovani nei confronti della politica. Non si sentono coinvolti quanto, piuttosto, impotenti di fronte alle promesse fatte dai politici”.

Il problema della sicurezza. I mass media hanno posto al centro del dibattito elettorale il problema della sicurezza. “E’ un problema molto importante – nota il segretario della Commissione sociale – poiché la paura e il sentimento d’insicurezza stanno soppiantando l’argomento disoccupazione, in quanto preoccupazione ossessiva”. A scuola come nei quartieri periferici, per strada o nei mezzi di trasporto, i francesi provano un sentimento di paura. “Ogni cittadino ha diritto alla sicurezza. Tale compito – sottolinea la Chiesa francese – riguarda lo Stato senza però cadere nell’eccesso”. La dignità della persona umana, il sostegno alla famiglia e la lotta contro qualsiasi forma di esclusione. Sono i temi sottolineati dai vescovi nella loro dichiarazione. “Le carenze dell’istruzione, il sentimento d’ingiustizia, di esclusione e di abbandono: sono queste – spiega il segretario della Commissione episcopale – le cause della esclusione sociale. E se la povertà si è ridotta di numero, è invece aumentata di intensità”. In Francia, sei milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà. “Non basterà una riforma della polizia o della giustizia. Occorre ricomporre il legame sociale giorno dopo giorno”.

“La Francia e il suo ombelico”. I vescovi avevano chiesto anche più attenzione e solidarietà verso i Paesi poveri ma, fino ad oggi, i dibattiti sono rimasti chiusi nel territorio francese. “E’ la Francia ed il suo ombelico” si legge nel quotidiano “Le Monde”. Problemi come quello del terrorismo o della relazione con i Paesi del Sud del mondo non vengono mai nominati. Le Commissione episcopale fa notare, per esempio, che per quanto riguarda l’aiuto al Terzo mondo, la Francia è fra i Paesi che contribuiscono di meno, destinando solo lo 0,3% del Pil a fronte dello 0,7% degli altri Paesi. Ed aggiunge: “Come risvegliare l’Europa e ispirarle un’anima?”. “E’ certo – dichiara al Sir mons. François Favreau, vescovo di Nanterre – che gli antiglobal propongono osservazioni legittime. Sarebbe però semplicistico pensare che basta rinunciare al nucleare o alla cultura transgenica per risolvere tutto”. Dunque, “la soluzione magica non esiste”. Anche mons. Favreau spinge per una maggiore considerazione nel dibattito elettorale delle questioni sociali. “In Francia – dice – esiste una civiltà degli ‘aventi diritto’. Bisogna considerare la questione più da vicino, poiché non avere diritto equivale a non avere documenti: significa divenire inesistenti, essere morti sul piano sociale. Senza il riconoscimento dei doveri, la vita sociale è falsata e il bene comune dilapidato. Ma questo spesso non viene considerato”.
M.G.