università

” “Vangelo e cultura in dialogo

” “” “Giovani di tutta Europa "in collegamento" con il Papa: l’appello a ” “valorizzare le comuni "radici cristiane"” “


In occasione della prima Giornata europea degli universitari, promossa dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma in collaborazione con il Comitato europeo dei cappellani universitari, il 2 marzo scorso Giovanni Paolo II ha incontrato gli studenti a conclusione di una veglia di preghiera mariana nell’Aula Paolo VI, davanti all’immagine della Vergine di Loreto, che sarà donata ai giovani di Toronto il prossimo 24 marzo, Domenica delle Palme e XVII Giornata mondiale della gioventù. Ai ragazzi presenti e a quelli in collegamento da Atene, Budapest, Mosca, Strasburgo, Valencia e Vienna, il Papa ha ricordato che “costituisce motivo di consolante speranza il legame di una comune fede, che unisce giovani di varie nazioni d’Europa, che appartengono a diverse tradizioni culturali. Così è sempre stato nella storia dell’evangelizzazione del ‘vecchio’ continente: il Vangelo e le culture hanno camminato insieme”. Poi ha chiesto ai giovani “di promuovere nelle università il dialogo tra la fede e la cultura, affinché il lievito evangelico stimoli e sostenga la qualità spirituale e morale della ricerca e dello studio universitari”. La giornata si era aperta con una conferenza stampa per la presentazione del convegno “Verso una costituzione europea?”, in programma dal 20 al 23 giugno 2002 presso l’Università cattolica a Roma.

Un’Europa dalle radici cristiane. “L’eventuale Costituzione europea è un fenomeno destinato a incidere sull’Occidente: di fronte a questo percorso la Chiesa ha soprattutto dei grandi valori da richiamare, perché trovino spazio e appropriate forme di riconoscimento”, ha affermato il vescovo Attilio Nicora, vice presidente della Commissione episcopati Comunità Europea (Comece), presentando il convegno di giugno. “Accantonare o nascondere le radici cristiane dell’Europa è uno sbaglio: si tratta della sostanza sottesa ai valori europei”, ha ribadito Cesare Mirabelli, dell’Università di Roma Tor Vergata, aggiungendo: “Viviamo un momento di transizione: da un’Europa dei trattati a quella della Costituzione: da questi lavori non ci si attende solo un’opera di ingegneria istituzionale, ma un salto di qualità che potenzi il principio di sussidiarietà”.

Cittadini europei? Occorre passare “dall’Europa dei mercanti all’Europa dei cittadini”, ha sottolineato in video-conferenza Miguel Matas Gassiot, rettore dell’Università Ramon Llull di Barcellona e presidente della Federazione delle Università cattoliche d’Europa (Fuce), ricordando che “l’euro è solo un obiettivo per andare oltre”. Lorenzo Ornaghi, prorettore dell’Università cattolica di Milano e delegato della Fuce, si è chiesto a che punto sia il “processo d’integrazione europea”, senza nasconderne “ambivalenze e opportunità”, ricordando che “le radici cristiane del continente fanno parte non di una generica identità europea, ma sono l’architrave della possibile Costituzione”.

Solidarietà e diritti umani
. “Le guerre interetniche sono sulla soglia di questa casa comune” che usufruisce di una “comunanza finanziaria”, ha rilevato Maria Rita Saulle, docente all’Università di Roma La Sapienza, auspicando che l’Unione si occupi a livello legislativo anche di famiglia e minori, di pari opportunità. Un “tragitto complesso”, quella della formulazione di una Costituzione europea “che rispecchi le identità e sensibilità dei singoli popoli europei”, ha notato Giorgio Recchia, dell’Università di Roma III. In questa fase si pone anche il problema “della formazione del popolo dell’Unione” e allo stesso tempo “della solidarietà dei popoli nell’Unione, che non deve chiudersi in se stessa”. L’Ue, infatti, si colloca “in un contesto mondiale” e deve essere caratterizzata “dall’apertura e accoglienza delle persone: non bisogna limitarsi all’economia – ha osservato – ma tener conto dei ruoli sociali”.
Laura Badaracchi