la convenzione
” “La prima fase dei lavori della Convenzione per il futuro dell’Europa sarà dedicata ” “"all’ascolto," ” “ha confermato il presidente ” “Giscard d’Estaing” “
Giovedì 28 febbraio ha avuto luogo a Bruxelles la sessione inaugurale della Convenzione sul futuro dell’Europa (cfr. SirEuropa n.7/2002 e n.12/2001). Aprendo i lavori, José Maria Aznar, Primo Ministro spagnolo e Presidente in carica del Consiglio, ha sottolineato la necessità per l’Europa di ridefinire il proprio ruolo all’interno del mutato contesto continentale ed internazionale; secondo Aznar, le priorità sono rappresentate dalla ricerca di un “equilibrio tra la profonda unità culturale dell’Europa e la sua evidente diversità storica”, e dall’obiettivo di giungere ad un’architettura europea basata sull’unione politica attraverso un processo di “costituzionalizzazione pluralista, rispettosa dei differenti ordinamenti nazionali”.
Il Presidente del PE, l’irlandese Pat Cox, ha ricordato il carattere continentale della Convenzione, esortando i componenti ad associare l’ascolto alla parola. “Questa Convenzione ha affermato Cox dovrà aprire la strada al dialogo permanente con i nostri popoli, i partner sociali, la società civile, gli Stati e le Regioni”. Romano Prodi, Presidente dell’Esecutivo UE, ha ribadito che le questioni relative alle riforme istituzionali potranno essere affrontate e risolte solamente dopo aver risposto alla domanda cruciale “quale progetto per il futuro dell’Europa?”. La revisione del processo decisionale comunitario e la definizione delle competenze spettanti ad ogni livello di potere costituiscono per Prodi gli strumenti per “dotarsi di una Costituzione che segni la nascita dell’Europa politica, senza perdere di vista l’originalità dell’integrazione europea e senza l’ambizione di costruire un super-Stato europeo”.
Il Presidente della Convenzione, Valéry Giscard d’Estaing, ha tenuto a precisare che la Convenzione è chiamata ad adottare un “Trattato costituzionale”: al fine di poter parlare di Costituzione per l’Unione Europea, Giscard ha affermato che la Convenzione deve riuscire a proporre un Trattato “leggibile per tutti” e pervenire ad un “vasto consenso su un progetto comune”. Sottolineando come la Convenzione costituisca la prima occasione dopo la Conferenza di Messina del 1955 “con la quale i responsabili europei si dotano di mezzi e fissano un termine per una riflessione approfondita sul futuro dell’Europa”, il Presidente della Convenzione si è detto cosciente della difficoltà di “conciliare un forte sentimento di appartenenza all’Europa con il mantenimento dell’identità nazionale”. Giscard ha confermato che la prima fase dei lavori della Convenzione sarà dedicata “all’ascolto”, in particolare dei giovani auspicando l’istituzione di una “Convenzione dei giovani d’Europa” e dei Paesi candidati all’adesione.
I primi commenti. Terminata la sessione inaugurale, abbiamo raccolto a Bruxelles le prime reazioni degli osservatori e degli esperti. “Non c’era da aspettarsi molto oltre alle comunque confortanti parole dei relatori, trattandosi della sessione inaugurale”, afferma Micheal O Conchuir, coordinatore del Gruppo dell’Alleanza Europea presso il Comitato delle Regioni. “Di positivo nell’intervento di Giscard d’Estaing ho rilevato il riferimento al dialogo strutturato con la società civile, le Ong e le associazioni; all’allargamento, alla pace ed alla solidarietà come basi del processo costituente; o ancora alla volontà di indire una Convenzione dei Giovani, malgrado risultino ancora indefinite tanto le modalità organizzative quanto le effettive potenzialità di un tale organo”. “L’Unione Europea è forte per le sue diversità aggiunge O Conchuir pertanto la sfida consiste nel costruire un’Unione dei cittadini, chiara, trasparente e rispettosa delle diverse culture. Per questo fine andrà ricercata anche la prospettiva regionale e locale: ci vuole un maggior riconoscimento del ruolo degli enti locali, soprattutto per la loro funzione di contatto diretto con i cittadini e con i gruppi sociali meno favoriti”.
Secondo Zdenek Werner, delegato generale della Città di Praga presso l’UE, “la Convenzione ha il compito di conciliare il fuoco con l’acqua. La composizione è molto varia ed è la prima volta nella storia europea che si assiste a un esercizio del genere, in teoria senza il controllo diretto ed esclusivo dei governi; sono già evidenti alcuni problemi, come lo scontento dei Paesi candidati per la non rappresentanza nel Presidium che tra l’altro sembra avere troppi poteri – o le posizioni, a volte opposte, di molte Cancellerie europee. La Convenzione, comunque, non potrà mai arrivare a conclusioni condivise senza un previo accordo tra i delegati dei Governi. Mi chiedo onestamente quale tipo di compromesso Giscard sarà in grado di strappare ai membri della Convenzione. Anche perché conclude Werner, sicuro del fatto che nel vivo del dibattito si entrerà solo dopo l’estate – se per caso la Convenzione non dovesse andare in porto bisognerà interrogarsi su cosa accadrà in seguito e soprattutto su cosa ne sarà delle riforme necessarie”.
Arnaldo Abruzzini, segretario generale di Eurochambres (l’associazione che raggruppa le Unioni nazionali delle Camere di Commercio europee), presenta la questione sotto un doppio profilo: “Come cittadino, mi auguro che si sviluppi finalmente il senso dell’Europa, di cui si avverte l’assoluta mancanza. L’Europa viene percepita poco e male ed i governi non aiutano affatto a colmare tale lacuna. Come professionista, ritengo che la Convenzione rappresenti un momento importante per capire come avvicinarsi ai cittadini, attraverso il dialogo e l’informazione; è un problema anche di consenso, sia per gli addetti ai lavori sia per i popoli da loro rappresentati”. Rammaricandosi per il fatto che l’età media dei membri della Convenzione sia di 54 anni e che il più giovane abbia 37 anni, Henrik Söderman, Presidente del Forum Europeo della Gioventù, dichiara la propria soddisfazione per l’impegno di Giscard d’Estaing di coinvolgere nei lavori la società civile. “Al fine di fornire al dibattito sul futuro dell’Europa anche il punto di vista dei giovani si legge in un comunicato stampa è stato organizzato un Gruppo di Contatto nella speranza di intrattenere solidi rapporti di lavoro con la Convenzione”. Il Forum Europeo della Gioventù chiede inoltre che la riforma dei Trattati UE includa un articolo relativo alla politica per i giovani.
Gian Andrea Garancini Bruxelles
L’Ue ratifica il protocollo di Kyoto
Il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente dell’UE ha ratificato il 4 marzo scorso il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni nell’atmosfera dei gas inquinanti. La decisione, attesa da qualche settimana dopo l’approvazione pressoché unanime del progetto di ratifica da parte del Parlamento Europeo nel corso della Plenaria di Febbraio, richiede per la piena applicabilità la ratifica da parte dei quindici Stati membri; il processo potrebbe completarsi entro la fine di Giugno in modo tale da permettere l’entrata in vigore del Protocollo prima del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile in calendario a Johannesburg (Sud Africa) nel mese di Settembre 2003. Adottato nel 1997, il Protocollo di Kyoto impegna l’Unione a ridurre dell’8% le emissioni di anidride carbonica e di altri gas cosiddetti “ad effetto serra” nel periodo 2008-2012, avendo come anno di riferimento il 1990.