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” “L’appello del Forum ” “permanente della società civile, in vista ” “dell’apertura, il ” “prossimo 28 febbraio, dei lavori della Convenzione sul ” “futuro dell’Europa” “
La Convenzione sul futuro dell’Europa si accinge ad aprire i battenti. Il Presidente, Valéry Giscard d’Estaing, ha recentemente presentato l’organigramma ed il programma di lavoro dell’organo incaricato di redigere le proposte per le riforme istituzionali dell’Unione Europea. Sono attesi i suggerimenti che giungeranno alla Convenzione da parte della società civile e anche le chiese chiedono di essere ascoltate. Abbiamo intervistato Pier Virgilio Dastoli , rappresentante del Forum permanente della società civile.
Completate o quasi le varie delegazioni che compongono la Convenzione, cosa resta ancora da definire?
“Riguardo al metodo di lavoro vi sono ancora diverse questioni in sospeso: l’ordine secondo il quale i 118 componenti della Convenzione si siederanno nell’emiciclo, il calendario dei lavori così come l’ordine delle discussioni. A questo ultimo proposito, Giscard è del parere di dedicare la prima fase all’ascolto (marzo-giugno), la seconda all’analisi (luglio-dicembre) e l’ultima alla sintesi (gennaio 2003-fine della Convenzione). Amato è invece dell’opinione di fare una prima discussione di carattere generale su quelle che lui chiama ‘le malattie dell’Europa’ per proporre delle soluzioni. C’è poi il problema delle radici religiose dell’Europa, che era stato messo da parte nella carta dei diritti fondamentali e che ora le chiese chiedono venga riaffrontato. Il quarto punto ancora da chiarire riguarda ‘chi deve fare il vero lavoro’: escluderei i funzionari delle istituzioni o dei vari gabinetti. Dal momento che ci troviamo di fronte ad una Convenzione ‘costituente’, sarebbe bene che vi fosse piuttosto un relatore generale. Un ruolo che potrebbe spettare a Giuliano Amato. Infine, l’ultima incognita riguarda le modalità di decisione finale: votare all’unanimità potrebbe paralizzare le decisioni, mentre il voto a maggioranza eviterebbe compromessi di basso profilo e potrebbe condurre verso un’Unione di tipo federale”.
Quale sarà il rapporto della Convenzione con la società civile e come intende attivarsi il Forum permanente?
“A Laeken si è accettato un metodo nuovo, frutto di un lungo lavoro delle Organizzazioni non governative e in particolare del Forum permanente della società civile che insiste sul modello di democrazia partecipativa. Ci deve essere un dialogo aperto durante tutta la Convenzione, su tutti i temi che riguardano la società civile; il sito Internet della Convenzione deve essere interattivo e non meramente informativo; infine, è fondamentale che la Convenzione scelga tra i propri componenti un interlocutore fisso con la società civile, un ‘uomo dei rapporti esterni’. Quando la Convenzione perverrà finalmente all’adozione di un documento, che ci auguriamo essere a carattere costituzionale, sarà altresì importante che la Conferenza intergovernativa (Cig) non lo stravolga; a tal fine, sarà importante che il Consiglio sia ben conscio che se sul documento finale esisterà un ampio consenso dell’opinione pubblica, la Cig non potrà non tenerne conto”.