regno unito
” “” “Molte perplessità sul progetto di legge che prevede corsi di ” “cittadinanza e giuramento di fedeltà ” “alla Regina per gli ” “immigrati che chiedono la naturalizzazione” “” “
“Secure Borders, Safe Haven” – “Confini sicuri, rifugio sicuro”: si intitola così il nuovo progetto di legge del governo britannico in materia di immigrazione che sarà messo in votazione al Parlamento entro la fine dell’anno. Per gli stranieri che abitano in Inghilterra da anni e vogliono ottenere la cittadinanza britannica il ministro degli Interni David Blunkett ha deciso di organizzare “corsi di cittadinanza” e lezioni di lingua inglese.
Una cerimonia di Stato. Per la prima volta la naturalizzazione diventerà una cerimonia di Stato, durante la quale l’immigrato, dopo aver dimostrato una buona conoscenza della lingua inglese, promette fedeltà alla Corona e ai valori di questo paese. Il governo vuole assicurarsi che chi arriva da Africa e Asia ed è portatore di una cultura diversa si integri a tutti gli effetti in questo paese. Il provvedimento allarga invece lo schema utilizzato per i “lavoratori vacanzieri”, grazie al quale australiani e neozelandesi non sposati tra i 17 e i 27 anni possono fermarsi nel Regno Unito fino a due anni. Il provvedimento verrà esteso ad altri abitanti dei paesi del Commonwealth e dell’Europa orientale. Saranno aumentate anche le possibilità per i lavoratori stagionali nel settore agricoltura che possono fermarsi fino a sei mesi purché non portino figli. Più difficile sarà ottenere un permesso di asilo politico e tentare di entrare nel Regno Unito grazie al matrimonio con un cittadino o una cittadina britannici. La nuova legge presentata dal Ministro degli Interni David Blunkett prevede un inasprimento delle pene per gli immigrati illegali e per i datori di lavoro dei settori alberghiero, edilizio e agricolo che decidono di impiegarli. Nel 2000 diciottomila permessi di ingresso sono stati concessi a mogli provenienti dall’India, dal Bangladesh e dal Pakistan, più del doppio del numero del 1996: un numero troppo alto secondo il governo.
Scarso sostegno ai richiedenti asilo. Troppo presto per commentare una proposta di legge che non ha ancora avuto il via libera dal parlamento. Questa la reazione del “ Jesuit Rescue Service“, il centro gestito a Londra dai gesuiti per aiutare rifugiati politici e immigrati. “Molte delle nuove proposte del governo – ha dichiarato il reverendo Tom Blutler, vescovo di Southwark e presidente della Commissione per la responsabilità sociale della Chiesa di Inghilterra – sembrano dare con una mano per prendere con un’altra”. “Siamo preoccupati aggiunge – per la mancanza di sostegno reale a coloro che cercano asilo politico. I nuovi piani per l’uso di centri di accoglienza devono consentire a chi cerca asilo di avere le proprie richieste soddisfatte in modo giusto, cortese e rapido e devono garantire cure immediate per chi ha subito traumi e insieme la possibilità che si ambienti nel nuovo paese”. In un comunicato, la Chiesa di Inghilterra sottolinea che è la globalizzazione a provocare uno spostamento di persone per affrontare il quale è necessario che il Regno Unito collabori con altre organizzazioni internazionali come l’Unione Europea e le Nazioni Unite. L’accoglienza degli immigrati si legge nel comunicato – è una realtà inevitabile e non serve inasprire le pene per coloro che tentano di entrare in modo illegale.
Una questione di vita o di morte. Anche la commissione per i problemi sociali della Chiesa anglicana esprime perplessità, giudicando il nuovo sistema legislativo ingiusto in molti suoi aspetti, soprattutto nell’assistenza medica e psichiatrica offerta agli immigrati, che tentano di sfuggire alla violenza e alla persecuzione. La Chiesa anglicana esprime anche preoccupazione per l’enorme numero di immigrati tenuti in prigione in attesa di processo, in violazione delle leggi internazionali in materia. Molto critico nei confronti del “ White Paper” su asilo, immigrazione e cittadinanza è anche il “ Refugee Council“, il più importante organo laico che si batte per la protezione dei diritti degli immigrati. “Sbagliare a prendere una decisione – ha detto Nick Hardwick, direttore generale del “Refugee Council” – può diventare una questione di vita o di morte per chi sta tentando di sfuggire alla persecuzione”.