La Polonia sta impegnandosi per il “ritorno all’Europa”, insieme agli altri nove paesi candidati all’allargamento dell’Ue. I tempi sono abbastanza stretti, in quanto l’obiettivo è di arrivare alle elezioni del 2004 con un gruppo di paesi candidati che abbiano concluso l’iter di adesione e che quindi possano partecipare alla tornata elettorale. Di questo si è parlato nel recente incontro all’Istituto Polacco di Roma dal titolo “Polonia, ponte verso l’Oriente o baluardo dell’Europa?”. Secondo Carla Tonini, docente di storia dell’Europa orientale a Bologna che è intervenuta al convegno, il “ritorno nell’Europa” è un obiettivo di grande importanza per la Polonia, che lo ha perseguito dal 1989, data della “caduta del muro”, fino ad oggi. Il Segretario del Gruppo di Negoziato per l’Ingresso della Polonia nella Ue, Jaroslaw Pietras, ha sottolineato il ruolo che, oggi, questo paese può giocare nei confronti dei paesi vicini d’oriente: un ruolo positivo – ha sostenuto – che potrebbe aumentare il peso politico della Polonia nei confronti dei vicini orientali. Concetto su cui concorda anche il giornalista Jas Gawronski, parlamentare europeo, che ritiene la Polonia un “paese chiave in questo processo di allargamento e avvicinamento”, non solo perché è il più grande, ma anche perché “è il più influente ed è vicino a paesi quali l’Ucraina, la Bielorussia, la Lituania che non hanno ancora raggiunto un loro equilibrio e potrebbero quindi vedere nel grande vicino un ‘ponte’ verso l’occidente, oltre che un modello socio-politico da imitare”.