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” “” “Primo avvertimento della Commissione a Germania e Portogallo per eccesso di debito pubblico. C’è chi ” “propone di rivedere ” “le regole” “
La Commissione Europea ha raccomandato al Consiglio Ecofin di attivare la procedura di allerta rapida nei confronti di Germania e Portogallo. Più conosciuta come “early warning”, la misura adottata dall’Esecutivo è dovuta all’eccessivo distacco del debito pubblico dei due Paesi in questione rispetto alle previsioni. Pur senza incorrere in richiami ufficiali, anche Francia, Italia e Spagna rischiano secondo Bruxelles di non raggiungere l’obiettivo di medio periodo. La parola passa ora al Consiglio Ecofin, che il 12 Febbraio prossimo renderà noto il proprio parere. L’early warning chiesto dalla Commissione ha provocato una serie di polemiche e dibattiti circa l’opportunità stessa di rivedere le regole del Patto di stabilità. Di seguito alcuni pareri.
“Noi non vogliamo cambiare il Patto, vogliamo un Euro stabile così come lo era il Deutschmark”. A parlare è Maria Luise Argiles, responsabile economico della delegazione della Sassonia presso l’Ue che ovviamente si sofferma sul caso-Germania. “La politica fiscale assicura – è ottima, la stessa Commissione ha sempre approvato i programmi federali. Il problema forse risiede proprio nel contrasto interno tedesco: Berlino accusa i Lander e le città si spendere troppo, questi ultimi deplorano la mancanza di risorse e l’eccessiva dipendenza dalla Repubblica Federale. La stessa congiuntura internazionale provoca una diminuzione delle entrate fiscali. Tuttavia i motivi per i quali la Commissione ha inteso attaccare la Germania rimangono ai più incomprensibili”. Di sorpresa per l’avvertimento alla Germania parla anche Rocco Tanzilli, alto funzionario presso l’Amministrazione della Commissione. “L’Esecutivo ha assunto una posizione durissima. Ma nutro forti dubbi: l’Ecofin richiederà la maggioranza qualificata per far passare l’ammenda, e ciò non succederà mai perché la Germania rappresenta quasi il 30% del bilancio comunitario e non faticherà certo a trovare le alleanze necessarie”. Dino Vierin, presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta ritiene che “Maastricht non vada rivisto. Abbiamo bisogno di paletti che indichino la strada giusta”. Ed Eleni Iniotaki, economista, aggiunge: “Discostandosi da Maastricht si rischia di creare un precedente negativo la cui deriva sarebbe grave”. “Va detto, tuttavia aggiunge – che i criteri odierni guardano più che altro al lato finanziario e non alle condizioni di vita dei cittadini, alla loro situazione penale, lavorativa o anche al livello della qualità dell’istruzione. E’ un errore che andrebbe corretto”. Convinto della necessità di rivedere il sistema è Franco Campoli, amministratore presso la DG Imprese della Commissione. “L’Europa dovrebbe consentire agli Stati margini di indebitamento superiori agli attuali, indebitarsi oggi in Europa, significa investire”.