Francia: ” “l’embrione come un oggetto” “


Il Bundestag, la Camera bassa del parlamento tedesco, ha autorizzato l’importazione di cellule staminali prelevate da embrioni pur ponendo rigide limitazioni. La decisione è stata presa con 340 voti a favore e 265 contrari, dopo il parere favorevole del cancelliere Gerhard Schröder e della commissione parlamentare di Bioetica. In una dichiarazione congiunta il presidente della conferenza episcopale tedesca, card. Karl Lehmann, e il presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche, Manfred Koch esprimono la loro delusione per questo provedimento. “Con questa decisione – scrivono – il diritto alla vita e la sua protezione illimitata fin dal momento del concepimento non vengono più assicurate. La decisione del Bundestag si oppone allo spirito della legge di tutela dell’embrione”. In questo modo, aggiungono, “diventerà possibile anche in Germania fare esperimenti con cellule staminali embrionali umane” ottenute “attraverso l’uccisione di embrioni”.

L’iter della legge. Ripercorrere l’iter della legge e ricordare la storia della Germania nel secolo appena trascorso può essere utile a capire il grosso dibattito che, dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori ha ben presto conquistato l’opinione pubblica tedesca e le prime pagine dei giornali, anche come tema di discussione più prettamente politica. Approvata il 13 dicembre 1990, l’ Embrionenschutzgesetz, legge sulla tutela dell’embrione (EschG) è una delle leggi più rigide e limitative in materia, in quanto prevede, al §1 l’impossibilità di una fecondazione in vitro di tipo eterologo, vietando allo stesso tempo la pratica dell’utero in affitto, ammettendo, solo a fini di gravidanza, la fecondazione omologa e, anche in questo caso, prevedendo che non possano essere generati più di tre embrioni e che essi vengano tutti impiantati.

La sperimentazione sulle cellule staminali. Il consenso si è lentamente eroso dopo che, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, Clinton e Blair, con grossi finanziamenti, hanno dato il via alla sperimentazione sulle cellule staminali embrionali ed hanno garantito ai loro Paesi posizioni di preminenza in questo ambito. Nella comunità scientifica tedesca, e anche presso alcuni politici, compreso il cancelliere Schröder, si è fatta strada l’idea che la Germania non dovesse rimanere in posizione arretrata rispetto agli altri Paesi. Non potendo utilizzare gli embrioni prodotti in Germania nei centri per la fertilità che la legge prevede, dei gruppi di ricercatori, hanno ritenuto di doverli richiedere all’estero, aggirando la legge ed utilizzando una sorta di vuoto legislativo in base al quale non è di fatto vietato importare embrioni dall’estero, anche se lo è in linea di principio. E’ del mese di giugno la notizia del viaggio in Israele del politico Wolfgang Clement (SPD) che, insieme agli scienziati Oliver Brustle e Otmar Wiesle dell’Università di Bonn, si è recato all’Università di Haifa per perfezionare un accordo sull’importazione delle cellule staminali embrionali. Tale notizia ha prodotto un vivace dibattito nell’opinione pubblica, nella quale è ancora vivo il ricordo delle sperimentazioni mediche sugli ebrei del periodo nazista.

Il Consiglio etico nazionale. Nel dibattito è entrato con autorevolezza istituzionale anche il Presidente della Repubblica Rau il quale, con il discorso del 18 maggio “E’ tutto buono? Per un progresso a misura umana”, si è appellato allo spirito della Carta fondamentale tedesca, che formula come valore primo la dignità dell’uomo, che va tutelata ad ogni costo. Il Cancelliere Schröder, favorevole alla ricerca, ha istituito nel mese di luglio un Consiglio etico nazionale, con funzioni esclusivamente consultive, che alla fine dello scorso novembre ha fornito il suo parere concedendo un periodo di tre anni in cui sarebbe possibile l’importazione prima di provvedere a modifiche della legge. Fin qui la cronaca sull’argomento, successivamente le istanze trasversali dei partiti prima della votazione del 30 gennaio.
P.C.¤