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Alle sorgenti della fede” “

I fatti dell’11 settembre richiamano alle ” “responsabilità che i ” “cristiani hanno di fronte al mondo, afferma il segretario del Consiglio dei vescovi europei, ” “Aldo Giordano” “” “” “

“Senza la luce proveniente dalla sorgente di tutte le luci i problemi che incontreremo lungo il cammino resteranno avvolti nell’oscurità e diventeranno insormontabili pietre d’inciampo”. Lo scrivono le Chiese cristiane in Europa nel presentare il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: “In te è la sorgente della vita” (Salmo 36, 6-10), che si terrà dal 18 al 25 gennaio. A proporre questo tema è stata una piccola commissione composta da rappresentanti del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e della Kek (Conferenza delle Chiese d’Europa). “Alla fine – raccontamons. Aldo Giordano , segretario generale del Ccee – abbiamo accettato la proposta di una pastora della Romania per l’idea della sorgente che il testo lascia trasparire, richiamando i cristiani a riandare alle fondamenta della loro fede. Invito che ci sembrava davvero l’unica prospettiva per individuare un punto comune in cui tutti ci ritrovassimo”.

Si ritorna alle origini per non dover ammettere le difficoltà del dialogo ecumenico?
“Si vuole ritornare alla sorgente per dire che, se non partiamo dalle radici, non abbiamo elementi sufficienti per illuminare e irrorare tutti i problemi che incontriamo lungo la strada del dialogo tra le Chiese. E’ giunto cioè il momento in cui anche il cammino di riconciliazione deve in qualche maniera andare in profondità”.
Cosa chiede ai cristiani la presenza sempre più numerosa di altre religioni nelle città europee?
“Sono reduce da un viaggio in Nepal dove ho avuto la possibilità di sperimentare cosa significa vivere da cristiani in un contesto di minoranza assoluta. Lì ti rendi conto che quasi i due terzi dell’umanità non conosce il cristianesimo e ti chiedi cosa vuol dire essere sorgente e lievito di vita nuova per l’umanità. Credo che anche qui dovremmo metterci in questa stessa prospettiva: abbiamo ricevuto un dono che è destinato a tutta l’umanità”.
Sono pronti i cristiani a dare questa testimonianza insieme?
“Credo che ci siano dei segni che spingono in questa direzione. E sono segni che ci fanno perdere per strada le cose più superflue e ci spingono ad andare all’essenziale”.
Dopo l’11 settembre, l’ecumenismo è cambiato?
“Certamente si sente una maggiore responsabilità. I fatti dell’11 settembre ci dicono quanto siamo legati nel bene e nel male e quanto siamo interdipendenti e responsabili gli uni degli altri. In ambito ecumenico c’è chi giustamente tende a voler riscoprire le proprie radici e la propria identità. Ma si avverte anche una forte responsabilità per il mondo. Credo che quanto sia accaduto a New York e Washington abbia fatto risaltare la responsabilità che i cristiani hanno di fronte al pianeta. Se dunque la prospettiva è il mondo intero, non possiamo rimanere troppo chiusi su noi stessi”.
Anche la Settimana quest’anno sarà diversa?
“Probabilmente sarà segnata di più dalla responsabilità. La responsabilità di fare passi avanti nella riconciliazione e di essere testimoni autentici del Vangelo. Siamo davanti alla storia mondiale e ai suoi rischi e come cristiani abbiamo la responsabilità di portare insieme la Parola di Dio nel mondo. In questo senso ritengo che la Settimana sarà diversa”.
Il 24 gennaio i leader delle religioni si incontrano ad Assisi. E’ solo una coincidenza di date?
“Se i cristiani sentono la responsabilità di portare il Vangelo, sentono anche di dover avviare un dialogo con tutti i credenti in Dio. E’ la responsabilità che tutti gli uomini sentono di fronte alla storia e la responsabilità di non tradire il nome di Dio”.
Maria Chiara Biagioni