Estonia” “


“La società estone aspetta con una certa speranza la felice conclusione della integrazione nell’Unione Europea. Tra la popolazione, la maggioranza è a favore di un tale passo, ma vi è anche una minoranza importante di euroscettici che temono soprattutto, in base all’esperienza del passato, una minaccia alla vera indipendenza del paese ed una perdita dell’identità e della capacità di autodeterminazione”. Così mons. Stephan Zurbriggen, amministratore apostolico dell’Estonia, descrive l’attesa del Paese baltico alla vigilia del suo ingresso nell’Ue. “Noi cattolici, come, comunità di credenti ci auguriamo che questo ritorno alla grande famiglia europea ci aiuti e incoraggi a rispondere con fiducia alle sfide della nuova evangelizzazione. Inoltre vogliamo essere fedeli all’esortazione del Santo Padre, di riscoprire “quell’unità culturale e spirituale dell’Europa, a cui la tradizione cristiana ha dato lungo i secoli e continua ad offrire al presente un fondamentale contributo” (Giovanni Paolo II). In tal senso, con I’adesione dell’Estonia all’Unione Europea, si offre anche alla Chiesa cattolica un’occasione di far conoscere, secondo le sue possibilità limitate, il proprio patrimonio culturale e religioso”.
Attualmente la comunità cattolica in Estonia è composta da circa 4 mila battezzati, la più piccola di un Paese Europeo. Ha, tuttavia, un carattere multiculturale e plurinazionale e che vive in una situazione di diaspora. Ci sono, infatti, estoni, polacchi, lituani, bielorussi e polacchi. 4 sono i sacerdoti e 7 i religiosi. La Chiesa gestisce, inoltre, 1 scuola materna ed 1 elementare. Anche l’Estonia come gli altri due Paesi baltici ha subito per lungo tempo l’oppressione dell’Unione sovietica, che ha lasciato “un enorme vuoto morale e spirituale e una società profondamente ferita”. “La speranza – conclude mons. Zurbriggen – è che l’ingresso nell’Ue rafforzi i vincoli di solidarietà che già felicemente esistono con molti fratelli e sorelle di vari paesi dell’Unione Europea”.