Un Natale scosso dagli attentati terroristici di Bali e Mosca, segnato dal conflitto in Medio Oriente, vissuto nella paura di nuove catastrofi naturali. Ma attenzione a non “seguire ciecamente chi promette e propone sicurezza” a scapito della solidarietà. Occorre invece “rompere il cerchio vizioso” della paura che “fa di noi degli ostaggi”. E’ questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal pastore Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, per Natale. “Particolarmente quest’anno si legge nel testo molte persone, in tutto il mondo, avvertono un senso di timore e di angoscia: la paura di una possibile guerra in Medio Oriente e delle sue conseguenze ben al di là della regione; paura di attentati terroristici omicidi come quelli commessi a Bali e a Mosca; paura di perdere il lavoro e cadere nella miseria, come in Argentina… La lista scrive Raiser potrebbe continuare, a testimonianza di un sentimento largamente diffuso di insicurezza ed impotenza”. Per questo, quest’anno, risuona ancora più forte il messaggio dell’angelo ai pastori: “non abbiate paura”. Per Natale, la Federazione mondiale luterana vuole inviare “un messaggio di speranza” perché giunga “in tutte le situazioni scrive il presidente Christian Krause in cui “la dignità umana è continuamente e ripetutamente calpestata e laddove povertà e malattie minacciano la vita stessa”.