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” “"La Sapienza come fonte dell’unità d’Europa: religione, arte, scienze": il tema di un simposio internazionale che ha messo in luce il contributo del pensiero russo alla costruzione della "casa comune"” “” “
La questione della libertà religiosa, le relazioni tra la Chiesa e lo Stato, il ruolo delle Chiese nella società europea, il rapporto tra religione, politica e cultura e, infine, l’urgenza di una riflessione da parte di cattolici e ortodossi sulle cause che ancora dividono le due Chiese e sull’impatto delle proprie tradizioni culturali sulle società e gli stili di vita. Sono le priorità emerse nel simposio internazionale “La Sapienza come fonte dell’unità d’Europa: religione, arte, scienze” promosso nei giorni scorsi presso la Camera dei Deputati dall’associazione internazionale “Centro di alti studi e documentazione Sofia: idea russa, idea d’Europa” (cfr. Sir n.81/2002). A “condurre” i lavori, l’immagine biblica della Sapienza cristiana che eleva e porta a compimento la saggezza greco-latina. Giovanni Paolo II, in un messaggio inviato ai partecipanti al convegno, ha espresso l’auspicio che “l’iniziativa favorisca il costruttivo confronto circa l’apporto della fede cristiana alla costruzione del continente europeo”. Presentiamo alcuni spunti emersi durante l’incontro.
“Autentica Sapienza è quella con cui il Santo Padre ha ricordato nei giorni scorsi che la democrazia degenera fatalmente in totalitarismo, se priva di valori che la sostengano. L’andamento dell’economia e della finanza è certamente legato alla capacità di governance, ma un sistema economico sano, elemento costitutivo e garanzia di stabilità della vita sociale, non può reggersi senza una forte componente etica”. ( Antonio Fazio, governatore della Banca d’Italia).
“Corruzione, militarizzazione delle istituzioni, mafia e disinformazione” caratterizzano “il mio Paese, realtà in cui una ristretta oligarchia concentra nelle proprie mani miliardi di dollari mentre il 30% della popolazione vive in assoluta povertà e nella totale mancanza di riforme sociali. Questa situazione, destinata ad un progressivo degrado, può servire da monito affinché altri Paesi non dimentichino che la stabilità economica presuppone la correttezza delle istituzioni e il primato della politica sulla stessa economia”. ( Yuriy N. Afanassiev, rettore dell’Università statale russa per le scienze umanistiche).
“Occorre confrontarsi innanzitutto sulla concezione della libertà religiosa, vero pilastro del dialogo ecumenico, alla luce della comune eredità cristiana”; in seguito “si potranno affrontare le questioni ecclesiologiche le cui diverse interpretazioni hanno avuto ricadute non solo sulle Chiese, ma anche sulle culture. La ricerca di un nuovo consenso tra cattolici e ortodossi, in particolare sulla dottrina dello Spirito Santo, potrebbe costituire un segno di speranza per l’unità della Chiesa e il riavvicinamento spirituale tra Europa orientale e occidentale”. (Card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani).
“Cattolici, ortodossi e protestanti” devono perseguire “insieme l’intento comune di far riconoscere alla religione, nel futuro trattato costituzionale dell’Unione Europea, lo spazio che le compete nella vita pubblica”. Solo “attraverso una forte solidarietà reciproca i cristiani potranno tutelare la propria identità combattendo il ‘laicismo militante’ che, affiorante qua e là, impedirebbe all’Europa di essere una vera casa per tutte le religioni”. ( Hilarion Alfeyev, rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le organizzazioni internazionali europee).
“L’Europa del terzo millennio dipende dal nostro impegno per la promozione della persona umana e presuppone una convinzione forte sulla complementarità di tutti i popoli. Le Chiese cristiane avvertono una responsabilità irrinunciabile nella costruzione europea cui debbono collaborare senza lasciarsi rinchiudere in un ghetto ma, piuttosto, riportando la Sapienza nella sfera pubblica e richiamando i valori che hanno costituito le fondamenta della civiltà”. ( Bernardo Ardura, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura).
“Il cristianesimo, ‘lingua materna’ dell’Europa, può restituire anima e coscienza al continente” a condizione che “ tutte le Chiese si pongano a garanti del riconoscimento del diritto di libertà religiosa di ogni confessione, ancorché professata da minoranze, e non si ‘servano’ dello Stato per negare nei fatti tale diritto”. ( Herbert Schambeck, già presidente del Senato federale d’Austria).
Giovanna Pasqualin Traversa