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Nasce il consiglio delle religioni” “

” “La Conferenza mondiale delle religioni per la pace ha costituito nei giorni scorsi ad Oslo un consiglio composto da 30 leader religiosi per promuovere il ” “dialogo ” “” “


“Come leader religiosi europei, ci impegniamo a lavorare insieme per porre fine ai conflitti, per riaffermare la nostra condanna al terrorismo, promuovere la giustizia e la convivenza pacifica fra i diversi popoli, religioni e tradizioni presenti in Europa”. Con questa solenne dichiarazione si è costituito il 12 novembre ad Oslo il “Consiglio europeo dei leader religiosi”, per iniziativa della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (Wcrp). Il Consiglio è composto di 30 membri: ne fanno parte cinque rappresentanti per ciascuna tradizione cristiana e religione: sono presenti ortodossi, anglicani e protestanti, cattolici, musulmani, ebrei ed un rappresentante per ciascuna delle nuove fedi in Europa (induismo, buddismo, bahá’í, sikh).

Come è nata l’iniziativa. L’idea di costituire anche a livello europeo un Consiglio interreligioso è nata nel corso di un incontro che si è svolto in febbraio a Parigi al quale – sempre su invito della Wcrp – hanno partecipato un gruppo ristretto di leader religiosi: erano presenti il gran rabbino Samuel Sirat, vice-presidente della Conferenza europea dei rabbini, il card. Godfried Daneels, arcivescovo di Bruxelles, il metropolita Kirill, della Chiesa ortodossa russa e Mustafa Ceric, Reisu-l-ulema della Bosnia-Erzegovina. All’incontro parigino ha partecipato anche mons. Gunnar Stalsett, vescovo di Oslo che avrebbe ospitato per la prima volta il neo-Consiglio.
Le religioni per l’Europa. “L’idea di costituire anche in Europa un luogo dove i leader religiosi possano incontrarsi e parlare – spiega Jehangir Sarosh, moderatore della Wcrp Europa – è stata sollecitata dalle sfide che l’Europa sta affrontando. Penso in particolare al processo di costituzione dell’Unione Europea e al suo allargamento, soprattutto ad Est. Penso anche alla questione dell’immigrazione e dell’arrivo anche nel nostro continente di nuove religioni. E’, quest’ultima, una questione estremamente delicata perché l’incontro di popoli e culture diverse può scatenare nuovi conflitti e tensioni ma anche essere ragione di arricchimento culturale. Di fronte al crescente fenomeno migratorio, l’Europa rischia spesso di divenire teatro di nuove ondate di antisemismo, islamofobia e razzismo. Per prevenire tutto questo, è necessario dar vita ad un dialogo che coinvolga tutte le nazioni e in primo luogo i leader religiosi”. “Le religioni – aggiunge Sarosh – vogliono esprimere all’Europa un messaggio molto semplice: chiedono che finiscano i giorni in cui le religioni vengono usate per combattersi. E’ arrivato il giorno in cui le religioni vogliono lavorare insieme, mano nella mano, per il bene comune e la pace in Europa. Ci sono stati anche nella storia passata recente esempi che dimostrano che le religioni sono in grado di farlo. Penso, per esempio, al lavoro fatto dai Consigli interreligiosi in Bosnia-Erzegovina e in Kosovo per la negoziazione della pace e in Russia per la Cecenia”.
Le sfide attuali. L’atto costitutivo del Consiglio europeo si è concluso con una dichiarazione finale sottoscritta da tutti i leader religiosi presenti all’incontro di Oslo. “Prendiamo atto – si legge nel testo – della sanguinosa storia dei conflitti in Europa così come dei tentativi di usare le religioni per fomentare i fuochi dei conflitti etnici, sia qui in Europa che nel mondo. Le nostre comunità religiose stanno lavorando da lungo tempo per rifiutare questo abuso della religione”. Nella dichiarazione i leader religiosi fanno riferimento al processo di integrazione europea e chiedono all’Unione di costituirsi sul “rispetto delle sue diversità e non su un’uniformità culturale”. In particolare, richiamano le istituzioni europee a “tenere conto della diversità delle tradizioni religiose e culture e della voce dei loro rappresentanti”. Un paragrafo della dichiarazione è interamente dedicato alle sfide dell’Europa tra le quali emergono la disoccupazione e l’esclusione sociale, il problema dei rifugiati, la crescita della xenofobia, la tratta delle donne, i nuovi poveri. “Queste sfide – scrivono i leader religiosi – chiedono risposte concrete”. Le religioni ribadiscono inoltre il loro no ad “ogni abuso della religione” per fomentare odio e violenza e chiedono “una soluzione pacifica per ogni conflitto in atto”, in particolare fanno riferimento alla Cecenia, all’Iraq e al Medio Oriente chiedendo all’Europa di “contribuire agli sforzi di pace in ogni parte del mondo”.
Maria Chiara Biagioni