I cattolici in Gran Bretagna sono circa 4 milioni, di cui solo un quarto praticanti. La Chiesa deve garantire il sostegno economico di 3.800 preti diocesani, 1.557 religiosi, 1.260 conventi femminili. Si sostiene solo grazie ai fedeli, il cui contributo è volontario, non obbligatorio come nei Paesi dell’area tedesca. Dallo Stato però arrivano finanziamenti alle opere caritative: “Per ogni sterlina donata la fondazione caritativa riceve 25 cent in più dal governo di Londra”, spiega Lorraine Welch, assistente del Segretario generale della Conferenza episcopale della Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles, mons. Andrew Sommersgill. Nella medesima sede di Ecclestone Square, funziona il Catholic Media Office, che da quest’anno non ha più uffici separati dal Catholic Communications Service. Entrambi seguono le relazioni della Chiesa con i media ma non le campagne di comunicazione. Esiste una promozione a livello locale delle offerte, condivise come valore sociale.
La Conferenza episcopale ha costituito invece un’agenzia di fundraising, la Cafod (Catholic agency for overseas development) per le sue opere caritative all’estero. Forte di una campagna di comunicazione raffinata e moderna, il Cafod si è impegnato tra l’altro nella campagna per la messa al bando delle mine antiuomo e per la remissione del debito. Lo slogan 2002, “Today, tomorrow, together” suggerisce il sogno di una globalizzazione solidale. Anche la Chiesa anglicana si sostiene con le offerte dei fedeli. Sono numerosissime le forme di donazione alle sue fondazioni ( Anglican voluntary societies) nazionali e locali. Una delle maggiori per il sostegno interdiocesano è la “Church Urban Fund”, nata nell’88 per le comunità urbane svantaggiate: ha realizzato oltre 2.000 progetti raccogliendo oltre 33 milioni di sterline. Anche quest’anno, sotto il logo delle tre figure rosse unite in un abbraccio davanti ad un grigio panorama urbano, l’obiettivo è “aiutateci a raccogliere un milione di sterline”. Finanzia interventi della Chiesa anglicana in prigioni e ospedali, nelle 13.000 parrocchie e 44 diocesi. Le campagne di comunicazione delle fondazioni hanno trovato in Internet un volano ed un’ulteriore possibilità di donazione diretta: così avviene anche per “Church together in Britain and Ireland” (CTBI), dove sul sito cresce in tempo reale l’ammontare delle offerte versate. Oltre la metà del costo di manutenzione di chiese e sostentamento del clero è garantito da donazioni individuali e parrocchiali. Il resto proviene dall’amministrazione di beni e rendite da parte dei Church Commissioners. Tutte queste fonti creano introiti alla Chiesa anglicana per 705 milioni di sterline (dato del ’97, l’ultimo disponibile).