Nuovo slancio all’università” “

l commissario europeo alla ricerca, Philippe Busquin, rilancia lo "spazio europeo di ricerca". Ma non mancano riserve di ordine etico” “

“Il ruolo delle Università nell’Europa della conoscenza è una questione di primaria importanza che disgraziatamente non ha goduto finora di molta attenzione”. È questa la considerazione da cui ha preso avvio la riflessione del commissario europeo responsabile della Ricerca, Philippe Busquin intervenuto al convegno “il ruolo delle Università nello spazio europeo della conoscenza”, organizzato a Milano, il 21 ottobre, dall’Università Cattolica e dall’Unione Europea. Busquin ha indicato alcune linee-guida per “imprimere nuovo slancio” al progetto definito “Spazio europeo della ricerca”. Un’iniziativa “importante e coraggiosa”, decisa durante il Consiglio Europeo svoltosi a Lisbona nel marzo del 2000 e che ha già prodotto risultati concreti, come ha ricordato il commissario europeo, “ma che entro il 2010 mira fare dell’UE il luogo della conoscenza più competitiva e dinamica al mondo”. Considerando “il livello ridotto dell’insieme dell’attività di ricerca sviluppata nell’Unione, pari a solo l’1,9 % del Prodotto interno lordo comunitario, a fronte del 2,7% degli Stati Uniti e al 3% del Giappone” e rilevando una “limitata capacità di valorizzare a livello economico i risultati del lavoro scientifico”, il commissionario europeo ha rilevato “che la principale debolezza di cui l’Europa soffre nel campo della ricerca è la frammentazione e la dispersione delle sue attività”.
“Secondo gli economisti ha aggiunto Busquin più del 50% della crescita economica è, direttamente o indirettamente, riferibile al progresso tecnologico” ed è quindi “ovvio che in un tale contesto l’Università gioca un ruolo chiave”. “Trenta mesi dopo l’avvio dello Spazio europeo della ricerca – ha sottolineato il commissario europeo – si può affermare che il progetto ha modificato la politica europea in questo campo. Le organizzazioni nazionali di ricerca iniziano a definire le loro attività rispetto ad esso. Tuttavia rimane necessario incentivare il coinvolgimento delle amministrazioni nazionali e istituire meccanismi destinati a perfezionare il coordinamento comune”.

Il programma quadro sulla ricerca
Il Consiglio dei Ministri dell’UE nelle scorse settimane ha dato il via libera ufficiale al “sesto programma quadro comunitario” di ricerca e sviluppo tecnologico, per il periodo 2002-2006. Le attività del Programma, dotato di un bilancio globale di 17,5 miliardi di euro, dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno prima della scadenza del quinto programma attualmente in vigore. Il nuovo strumento comunitario rilancia la creazione di uno “Spazio europeo della ricerca” e rafforza le politiche di innovazione tecnologica e scientifica nell’Unione. Il Programma è diviso in programmi specifici gestiti dalla Commissione Europea e dall’Euratom. Il Consiglio dei Ministri ha anche superato lo stallo dovuto all’eventuale finanziamento della ricerca sugli embrioni e sulle cellule staminali, relativamente al quale i governi italiano, austriaco, spagnolo, portoghese ed irlandese avevano preannunciato l’intenzione di bloccare l’adozione del Programma. Il compromesso raggiunto dal Consiglio prevede che non sarà concesso alcun finanziamento per attività di ricerca nel campo della clonazione umana per scopi riproduttivi finalizzata a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani o a creare embrioni umani unicamente a fini di ricerca o per procurarsi cellule staminali. La delegazione italiana ha comunque votato contro l’approvazione del primo programma specifico che è stato conseguentemente adottato a maggioranza qualificata. Il Consiglio ha inoltre adottato nelle sue conclusioni alcune precisazioni in materia di rispetto dell’etica nella ricerca scientifica: in particolare, è stato stabilito che entro la fine del 2003 il Consiglio – sulla base di una proposta della Commissione in consultazione con il Parlamento Europeo – definirà nuove disposizioni relative al finanziamento di attività di ricerca che comportano l’uso di embrioni umani e di cellule staminali di embrioni umani. Nel frattempo la Commissione non potrà presentare proposte per finanziare progetti di ricerca in questo settore eccezion fatta per i progetti nei quali si fa uso di cellule staminali di embrioni umani attualmente in riserva presso le banche o isolate in coltura. Tali progetti di ricerca saranno sottoposti preventivamente ad un comitato di regolamentazione per l’esame della conformità con le disposizioni assunte dal Consiglio.