Molti si rivolgono al buddismo perché ignorano la ricchezza della spiritualità” “cristiana, ammette un maestro buddista” “
Se il buddismo suscita in Europa tanta “simpatia” è perché si conosce poco il patrimonio spirituale del cristianesimo. Il consiglio alle chiese è “far riscoprire agli europei le ricchezze spirituali del messaggio cristiano”. A suggerirlo è un maestro buddista, di nazionalità svizzera, legato fin dall’adolescenza al movimento giapponese Shinshu. Il suo nome è Jérôme Ducor . Dopo aver seguito all’Università di Losanna un corso di studi buddisti ed un dottorato in cultura giapponese a Ginevra, si è specializzato all’Università Ryukoku (Kyoto) e, sempre in Giappone è stato ordinato maestro della scuola buddista Jodo-Shinshu. Oggi, è vice-presidente del “Tempio Shingyoji” a Ginevra. Intervenendo a Strasburgo alla Consultazione sul buddismo in Europa, Ducor ha ridimensionato le statistiche che parlano di un milione di buddisti in Europa. “Si tratta – ha detto – più di simpatizzanti che di buddisti che praticano. A questi poi si aggiungono le dichiarazioni di attori famosi come Sophie Marceau e Isabelle Adjani che si definiscono buddisti ma non militanti, senza tra l’altro comprendere che cosa intendano dire precisamente. Dunque, c’è molta confusione. Ma un dato è certo: il buddismo suscita in Europa molta simpatia perché si presenta come una fede liberante, come una voce spirituale completa”. Lo abbiamo intervistato.
Che cosa l’ha spinta ad andare verso il buddismo?
“Ero un adolescente ed ero alla ricerca di qualcosa che desse un senso profondo alla mia vita. Fu in quel periodo che rimasi affascinato da un reportage mandato in onda dalla televisione francese sui monaci tibetani in esilio. Cominciarono a quel punto una serie di letture sull’argomento. L’approccio al buddismo è quindi iniziato tramite i libri e quando poi ho capito che la visione del mondo proposta dal buddismo in qualche modo mi apparteneva, ho cercato una pratica che mi facesse andare avanti in questo cammino. Devo precisare che questa scelta non ha avuto origine né da una crisi spirituale né da una reazione. La definirei piuttosto frutto di un passaggio del tutto naturale. Rimango tuttora sensibile alla dimensione spirituale del cristianesimo e quando mi capita di visitare una cattedrale mi cattura sempre la fede che l’ha saputa costruire”.
Cosa cercano le persone che si avvicinano al buddismo?
“Credo che ci sia nelle persone una profonda ricerca religiosa. E l’interrogativo più forte che ci si pone oggi è quello relativo alla questione della sofferenza e morte”.
Perché cercare in una cultura dell’Estremo Oriente?
“Bisogna innanzitutto fare la distinzione tra il fondo religioso del messaggio buddista e la cultura asiatica. E il buddismo è una religione a vocazione universale. Metto comunque sempre in guardia gli occidentali che per accedere al buddismo occorre fare un lavoro culturale importante. Anche se non dobbiamo pensare di doverci sbarazzare della nostra cultura occidentale, europea e, direi anche, cristiana. Con il buddismo si acquisisce un’eredità culturale supplementare che non si pone contro ma entra dentro”.
Perché gli europei si rivolgono al buddismo e non al cristianesimo?
“Con tutta onestà, devo dire che la maggior parte di queste persone non conosce l’eredità cristiana. Ed è sorprendente verificarlo non solo tra i giovani, ma anche negli adulti. Si conoscono le feste, si partecipa ai matrimoni. Ma non si conosce a fondo la spiritualità cristiana. Se manca al messaggio cristiano il fondamento culturale, è chiaro che le persone si mettono alla ricerca”.
Che cosa suggerirebbe alle Chiese cristiane?
“Di far conoscere il tesoro spirituale del cristianesimo e che sia questo il messaggio che arrivi alle persone. La gente ha bisogno di vita spirituale o, ancora meglio, chiede spiritualità vissuta. Il cristianesimo è ricco di questo tesoro: penso ai padri della Chiesa e ai loro magnifici testi. Penso alla preghiera cristiana e all’eredità monastica. Si tratta allora solo di far conoscere questo patrimonio”.
M.C.B.