Una “guerra preventiva” contro l’Iraq “avrebbe inaccettabili costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti sull’intera area medio-orientale, e probabilmente su tutti i rapporti internazionali”: solo “l’arma della dissuasione”, esercitata dall’Onu, può costituire “un’alternativa in grado di garantire la sicurezza e la pace”, ad un anno di distanza dal “tragico settembre 2001”. Aprendo, il 16 settembre, il Consiglio permanente dei vescovi italiani, il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, si è soffermato sulle “emergenze internazionali”, prima fra tutte la crisi Usa-Iraq, esprimendo la sua preoccupazione per la “divergenza assai pericolosa”, nei rapporti tra Stati Uniti ed Europa, “sul modo di garantire la sicurezza e combattere il terrorismo”. Il presidente della Cei ha denunciato, inoltre, il pericolo di “una forma di assuefazione” nei confronti del conflitto arabo-israeliano, la cui “fase acuta e particolarmente feroce” si è “cronicizzata”, con il rischio di “sottovalutare gli effetti dirompenti di questo conflitto”. Sul versante della politica interna, Ruini ha invitato a superare la “spirale” in cui “sembra essersi avvitata” la politica italiana, a causa dello “scontro continuo tra maggioranza e opposizione”.