slovacchia

” “Elezioni: appello dei vescovi

” “” “Una lettera ” “dell’episcopato slovacco alla vigilia delle elezioni sollecita i cittadini a ” “partecipare e a ” “scegliere con senso di responsabilità i ” “candidati da eleggere” “


Per la terza volta dalla dichiarazione della nascita della Repubblica Slovacca autonoma (1° gennaio 1993) il popolo di questo Paese vive un particolare clima pre-elettorale. Le elezioni che si svolgeranno il 20-21 settembre prossimo sono in contrasto con quelle di quattro anni fa caratterizzate da una grande confusione. Allora la situazione vedeva la contrapposizione tra il forte partito di Vladimir Meciar (Hzds) e una compatta opposizione. Nella maggioranza dei partiti di allora militavano numerosi membri (e futuri deputati del Parlamento) di orientamento cristiano.
Dopo le ultime elezioni la coalizione, raggiunto il suo scopo, ha cominciato a sciogliersi e i problemi – nononostante diversi miglioramenti – non solo sono rimasti ma sono addirittura aumentati (crescita del debito internazionale, della disoccupazione, dell’inflazione, aumento della tossicodipendenza, problemi abitativi, crollo di alcuni soggetti bancari, aumento della criminalitá, la corruzione della polizia, scandali politici…). Il protrarsi di questa situazione ha scoraggiato i cittadini e favorito la nascita di nuovi soggetti politici con una giovane nomenklatura dalle grandi ambizioni e grandi promesse. La sinistra è spezzata in piccoli raggruppamenti. Anche i nuovi partiti (“L’Alleanza del cittadino nuovo”, “L’Orientamento”), il primo di destra il secondo di sinistra, hanno al loro interno pochi rappresentanti di fede cristiana. Tutta questa frammentazione scoraggia la partecipazione alle elezioni dei cittadini.

Il voto è “un obbligo morale”. Per comprendere la lettera pastorale dell’episcopato slovacco, letta in tutte le chiese due settimane fa, bisogna tenere presente questo scenario. Nella prima parte i vescovi avvertono di non farsi vane illusioni e di non aspettarsi un cambiamento generale solo dalle elezioni. I problemi della famiglia, del lavoro e anche politici vanno risolti tramite una conversione e un cambiamento personali. “Le elezioni – scrivono i vescovi – non sono una bacchetta magica. Comunque nell’attuale contesto conta molto questo avvenimento che decide l’orientamento del Paese”. Per questo l’episcopato insiste sull’obbligo morale di partecipare alle elezioni “perché altrimenti, astenendosi si favorisce il candidato che l’elettore rifiuta”. “Siamo preoccupati – si legge ancora nella lettera – che alla guida del nostro Paese possano sedersi coloro che non rispettano i valori cristiani ed umani”. Sostenendo quei partiti che mostrano simili intenti politici, secondo i vescovi “il cristiano oltraggerebbe se stesso e Dio, fonte di ogni bene”. Pertanto la conferenza episcopale invita i fedeli a partecipare alle elezioni “responsabilmente, con coscienza e conoscenza”.

Una preghiera prima delle elezioni. La lettera ha avuto un’accoglienza positiva presso le organizzazioni non governative che sorvegliano la campagna elettorale (ad esempio “Fair Play”). Polemiche ha invece suscitato il volantino dell’arcivescovo, Jan Sokol, della piú grande diocesi slovacca, Bratislava–Trnava, distribuito in 60.000 copie nelle chiese dell’arcidiocesi. Il volantino si apre con una “Preghiera prima delle elezioni” (ripresa dalle decisive elezioni del 1946) a cui l’arcivescovo aggiunge un commento: “Noi, vostri pastori, non possiamo dirvi chi eleggere. Possiamo peró ‘suggerirvi’ i criteri in base ai quali valutare programmi e cadidati”. Non sono mancate le reazioni nei massmedia che hanno denunciato l’anticlericalismo di molti partiti. Sembra che l’insistenza sullo “obbligo morale” di andare a votare abbia raggiunto il suo scopo perché le statistiche dei sociologi e politologi che alcune settimane fa contavano solo il 65-70% di partecipazione ora arrivano a circa l’80%.