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” “” “Continuano in tutto il Paese le occupazioni delle chiese da parte degli immigrati ” “irregolari. L’episcopato francese si fa carico delle loro richieste
Da quando nel 1996 i “sans-papier” (gli immigrati irregolari) avevano occupato le chiese di Saint-Ambroise e di Saint Bernard a Parigi, la Chiesa cattolica di Francia come altre in Europa si è confrontata quotidianamente con questo problema per il quale si stenta a trovare una soluzione, tra l’esigenza della carità e quella del rispetto della dignità del luogo. L’ultima occupazione risale a domenica 15 settembre quando 150 sans-papier sono entrati nella Chiesa Saint-Ambroise, al centro di Parigi. Erano le 9 e 20 di mattina, a pochi minuti dalla fine della Messa domenicale. Il parroco ha preso in mano la situazione ed ha convinto i sans-papier ad abbandonare la chiesa per qualche ora. La scelta del luogo non è casuale: è in questa stessa chiesa che hanno preso inizio le prime occupazioni nel marzo del ’96. Questa nuova occupazione è dunque il segno che a sei anni dalle prime rivendicazioni, i problemi degli immigrati senza permesso di soggiorno sono sempre gli stessi. Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy che il 17 settembre ha dato un segnale di apertura, ordinando ai prefetti delle regioni di riesaminare le situazioni di regolarizzazione, “caso per caso”.
Il vescovo e i sans-papier. La Chiesa di Francia spera che “la questione dei sans-papier venga ascoltata, presa sul serio, trattata con giustizia e generosità”. A farsi portavoce di questo appello è mons. Olivier de Berranger, vescovo della Seine-Saint-Denis e presidente della Commissione sociale dei vescovi di Francia. E’ proprio nella sua diocesi situata nella periferia Nord di Parigi che 130 sans-papier, per la maggior parte magrebini, si erano rifugiati il 17 agosto scorso occupando la basilica Saint-Denis. Dopo due settimane di occupazione, il vescovo ha chiesto loro di partire: stimava che la cattedrale “avesse fatto la sua parte”. I sans-papier hanno risposto e sgombrato il luogo l’indomani stesso. In un comunicato diffuso in quei giorni, la diocesi di Saint-Denis ha voluto dare una spiegazione di questa decisione. “Accettando per un tempo limitato la presenza dei sans-papier, abbiamo voluto dare un segno forte di accoglienza… Quando poi questa forma di sostegno arriva a termine, la Chiesa continua la sua opera di appoggio in varie forme, come ad esempio l’impegno dei cristiani nei partiti politici, nel tessuto sindacale ed associativo”.
Il disagio delle Chiese. “Una chiesa osserva padre Alain Bandelier, responsabile di Foyer de Charité (Istituto di Carità) e redattore del settimanale cattolico francese ‘Famille Chrétienne’ – non è un luogo neutrale, non è un semplice luogo pubblico. Che lo si voglia o no, che ci si creda o meno, ha una forte carica simbolica. E’ un luogo sacro che funge da amplificatore fuorviando il valore sacro a profitto della causa”. “Quando gli operai afferma il religioso – occupano la loro fabbrica, quando i genitori occupano la scuola dei loro figli, quando gli amministrati occupano la prefettura, vi è un nesso di causalità, o per lo meno un certo rapporto tra l’evento, il gruppo e il luogo”. Nel caso però delle occupazioni di chiese, questo rapporto rischia di creare “un problema generale su una comunità particolare”. E’ quanto si è cercato di evitare nella chiesa Saint-Nizier, importante parrocchia di Lione: il sacerdote e la comunità hanno chiesto agli occupanti di passare dalla chiesa ad una sala parrocchiale.
La posizione del governo francese. In un incontro con mons. De Berranger, il ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy, ha fatto sapere che il governo francese è per una soluzione “caso per caso”, con “umanità e realismo”, rifiutando in modo categorico una regolarizzazione globale come invece aveva richiesto il Coordinamento dei sans-papier. Le occupazioni intanto si moltiplicano. Qualche settimana fa a Roubaix, nel Nord della Francia, la parrocchia Saint Martin era stata occupata da un gruppo di guineani mentre in giugno una trentina di sans-papier provenienti da Mauritania, Senegal e Turchia erano entrati nella piccola chiesa di Sainte-Geneviève des Bois, vicino a Parigi. Per mostrare la loro determinazione, sempre nella capitale si è svolta domenica 1° settembre una marcia che ha sfilato dalla basilica Saint-Denis a piazza del Trocadero.