” “La Chiesa chiede il ” “rispetto della donna come persona, ” “moglie, madre
La Comunità europea intende con il nuovo regolamento sul sostegno alle politiche ed alle azioni relative all’igiene riproduttiva e sessuale, “promuovere il riconoscimento dei diritti riproduttivi e sessuali, una maternità sicura e l’accesso per tutti a servizi affidabili nel campo dell’igiene riproduttiva e sessuale”. In verità, questo impegno era già stato assunto dai Paesi partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite su popolazione e sviluppo, svoltasi al Cairo nel 1994. Nel documento finale si legge che, tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2015, ci deve essere anche quello di una sicura igiene e salute riproduttiva; di che cosa si tratta?
“Salute riproduttiva dice il testo dell’ONU – implica che le persone siano in grado di avere una vita sessuale soddisfacente a sicura e che abbiano la capacità di riprodurre e di decidere se, quando e come farlo. Impliciti in questa ultima condizione sono i diritti degli uomini e delle donne a essere informati e ad avere accesso a sicuri, efficaci, raggiungibili e accettabili metodi di pianificazione familiare di loro scelta, così come ad altri metodi di loro scelta per la regolazione della fertilità, che non siano contro la legge; e il diritto di accesso ad adeguati servizi sanitari che mettano in grado le donne di vivere con sicurezza la gravidanza e il parto e garantiscano alle coppie le migliori possibilità di avere un bambino sano”. La continuità tra il documento del Cairo e il nuovo regolamento europeo per la salute e l’igiene riproduttiva è stata dichiarata dalla stessa Ulla Margrete Sandbaek, relatrice al Parlamento Europeo del nuovo regolamento: “Io voglio restare nel solco tracciato dalla Conferenza sui Popoli del Cairo del 1994”. A prima vista si potrebbe condividere pienamente l’intento europeo, ma ad un’attenta lettura nascono non pochi interrogativi circa gli eventuali mezzi proposti per raggiungere lo scopo prefissato. Davanti alla tragica situazione in cui si trovano molti popoli per la facilità di diffusione del virus da Hiv o per la malnutrizione dei bambini, si auspicano afferma la danese Sandbaek – comportamenti responsabili.
Non è un mistero che in Occidente molte volte la responsabilità nel campo sessuale sia intesa mediante la diffusione dei profilattici, della contraccezione sempre più sicura perché abortiva. Non è neppure un mistero che le possibilità di avere un bambino sano siano garantite da una diagnosi prenatale che condanna, invece, chi non ha una sufficiente qualità di vita, cioè non è sano. Il pericolo reale di questi interventi, siano da parte dell’ONU o dell’Europa, sta nel fatto che si offrano questi mezzi per risolvere i gravi problemi di quei popoli. Non c’è così il rischio di continuare il colonialismo nei confronti dei Paesi in via di sviluppo? Aggiungiamo, ancora, che molte volte intere popolazioni vivono un reale clima di paura per la morbilità e la mortalità provocate dall’Aids, che facilmente si trasmette all’interno del rapporto sessuale e, poi, all’eventuale figlio tramite l’allattamento. In questa situazione, molti di là guardano con speranza e fiducia agli aiuti che arrivano dai Paesi occidentali. Su questo delicato argomento la Chiesa chiede, invece, che siano adottate politiche che assicurino il rispetto del carattere specificamente umano della donna come persona, come moglie e come madre. Le donne sono le prime a soffrire psicologicamente e fisicamente per le campagne ispirate dall’ideologia della paura della popolazione.
In queste campagne ha denunciato il Vaticano ai lavori del Cairo – è usato un falso concetto di “salute riproduttiva” della donna allo scopo di promuovere diversi metodi di contraccezione o l’aborto. Questi metodi non solo possono sopprimere la vita del bambino non nato, ma hanno anche gravi ripercussioni sulla salute delle donne, fino a mettere in pericolo le loro vite. L’ideologia della paura della popolazione colpevolizza la donna che è madre, nascondendo il fatto che attraverso questa dimensione materna essa dà il suo essenziale e insostituibile contributo alla società. La qualità di una società è espressa dal rispetto che mostra nei confronti della donna.
Marco Doldi, teologo