E’ l’ora di rimboccarsi le maniche per migliaia ” “di famiglie e di ” “imprenditori dell’Europa centro-orientale colpiti dall’alluvione di agosto. La solidarietà dell’Unione Europa” “
Danni economici, disagi per migliaia di famiglie, spese per la ricostruzione. Sono alcune delle conseguenze delle terribili aluvioni che hanno devastato il centro e l’est Europa a metà agosto. Repubblica Ceca, Austria, Germania, Russia, i Paesi più colpiti con diversi morti e decine di migliaia di senza tetto e sfollati. Ora è il momento della ricostruzione anche grazie alla solidarietà di molti Paesi europei. Abbiamo intervistato Zdenek Werner , praghese, responsabile di “Praga House” a Bruxelles, e Hans Dorr , direttore della Rkw del Nord Reno-Westfalia, l’agenzia tedesca di consulenza per le piccole e medie imprese.
Signor Werner, oggi qual è lo stato d’animo della popolazione di Praga?
“A Praga come altrove, la cosa che più mi ha colpito è leggere negli occhi della gente lo smarrimento per non poter salvare la propria casa, i propri mobili, i propri campi dall’alluvione. Una sensazione di impotenza e scoraggiamento. Migliaia di famiglie avranno difficoltà a rientrare nelle loro abitazioni in breve tempo, anche in città, considerata la portata dei danni. Tuttavia la nostra gente è abituata a lavorare, anche a soffrire, a guardare avanti; i primi interventi di ricostruzione sono infatti iniziati ancor prima del ritiro completo delle acque e del fango”.
Avete fatto previsioni in merito ai tempi di ricostruzione?
“I primi passi sono già stati compiuti. Soprattutto dai singoli cittadini che si sono rimboccati maniche e pantaloni. Fortunatamente, tanto l’Unione Europea quanto le amministrazioni nazionali hanno dimostrato la necessaria flessibilità stanziando in brevissimo tempo i fondi per l’emergenza. Poco se si pensa alla stima complessiva dei danni peraltro tuttora non quantificabili con precisione ma fondamentale per affrontare l’emergenza. Soltanto l’opera di ripulitura del fango dalle strade e dai campi richiederà settimane di lavoro a tempo pieno. La Repubblica Ceca gode di sufficiente salute dal punto di vista finanziario ma attualmente gli sforzi erano concentrati sull’adesione all’UE e quindi sul ‘rigore economico’. Inoltre, oggi ricostruire significa tenere conto di nuove possibili inondazioni. Mi ha molto colpito anche la solidarietà delle altre nazioni europee con il popolo ceco. L’allargamento dell’Unione Europea è già una realtà, da questo punto di vista”.
Signor Dorr quali sono state le conseguenze dell’alluvione sulle realtà produttive tedesche ?
“L’alluvione ha colpito quasi un settimo delle aziende tedesche. In alcune Regioni orientali, la proporzione sale drammaticamente ad un’azienda su due, per non parlare di città come Lipsia dove il disastro è stato quasi totale, soprattutto per le imprese agricole o artigiane delle campagne o delle zone rivierasche di fiumi e laghi. Si tratta di un milione e mezzo di famiglie che sono o temporaneamente senza lavoro fino alla ricostruzione, o senza stipendio, o addirittura senza casa. Insieme al Governo federale e a quelli regionali stiamo lavorando per ristabilire la normalità”.
Quali sono le necessità più impellenti?
“Per chi ha perso l’azienda c’è bisogno di tutto. Capi di bestiame, sementi, macchinari. Ma anche computer, archivi, mezzi di trasporto, telecomunicazioni. Le immagini televisive, per quanto forti, non rendono appieno le dimensioni della catastrofe. Per molte piccole e medie imprese si tratta di ricominciare da dove erano partite, magari anche trenta o quarant’anni fa, o magari solo pochi mesi orsono. Con le banche abbiamo già avviato un programma di crediti agevolati per le aziende. Tuttavia la prima necessità è quella di avere fiducia nel futuro, anche se non è facile visto l’andamento dei mercati internazionali e il peggioramento del clima. Quando piove per più di un giorno di seguito ormai la gente ha paura”.