” “Il numero di settembre di "Dossiers e Documents" del ” “quotidiano francese "Le Monde" traccia una sorta di "atlante delle religioni" all’inizio ” “del nuovo secolo” “” “
Per Nietzsche, Marx e Freud il Novecento sarebbe stato il secolo della morte di Dio. Malraux aveva invece pronosticato il riaffacciarsi della domanda di religioso nel XXI secolo. In questo inizio di terzo millennio Dio sta ritornando: quale sarà il volto di questa “rivincita”? Quello dei kamikaze dell’11 settembre o, piuttosto, quello dei giovani che partecipano in modo pacifico ai grandi eventi della fede? E quale sarà il futuro delle religioni nel mondo? A questi temi è dedicato il numero di settembre di “Dossiers & Documents”, il mensile di approfondimento del quotidiano “Le Monde”.
Una “nuova spiritualità”. “Più che per i due estremi della ‘morte’ o della ‘rivincita’ di Dio”, il secolo attuale sembra caratterizzarsi” per la “grande varietà di fedi religiose, sia nelle società povere e deboli, sia in quelle più ricche e sviluppate” si legge nel dossier curato da Alain Binet e che raccoglie alcuni saggi del vaticanista di “Le Monde” Henri Tincq. Un secolo che registra il declino “della religione concepita come sistema di affermazioni dogmatiche e normative, la resistenza di integralismi e settarismi, il diffondersi del bisogno di una ‘trascendenza senza Dio’, ovvero la ricerca di spiritualità nelle tradizioni orientali o esoteriche”. In tale prospettiva, giudaismo, cristianesimo e islam “rimangono come riserve di simboli e di senso; le pratiche religiose persistono ma ne viene meno la regolarità, le norme morali sono sempre meno accettate”.
Le Chiese cristiane. Quasi due miliardi di fedeli nel mondo, per la maggior parte nei Paesi del Sud. Per quanto riguarda i cattolici (poco più di un miliardo), il 35% appartiene al mondo industrializzato, il 65% si trova in Africa (117 milioni), America latina (454 milioni) e Asia (108 milioni). Quali le sfide più impegnative? “L’avanzata in Occidente della secolarizzazione; il crollo delle vocazioni in Europa e America del Nord; la concorrenza divorante, nelle grandi metropoli del terzo mondo, delle Chiese evangeliche e delle sette”, la minaccia “di un islam estremista in espansione in Asia e in Africa; le secche del dialogo ecumenico con ortodossi e protestanti”. In particolare, rimane aperta con la Chiesa protestante (416 milioni di fedeli suddivisi nelle diverse espressioni) la questione della “vita sacramentale” che, annota Tincq, “non ha per i riformati la centralità che riveste nella Chiesa cattolica”. Quanto agli ortodossi, 214 milioni, permane “la divergenza sulla natura stessa della missione del Papa di Roma”.
I volti dell’islam. Con oltre un miliardo e cento milioni di seguaci, l’islam è in continua espansione, nonostante il suo volto contraddittorio sia attraversato da correnti moderate e, al tempo stesso, fondamentaliste dietro le quali “si nasconde anche la volontà di radunare e mobilitare tutto un ‘terzo mondo’ di frustrati e vittime di un rapporto di ‘rivalità mimetica’ con l’Occidente”, osservava il filosofo René Girard all’indomani degli attentati dell’11 settembre. Un islam, dunque, che condanna ma, al tempo stesso, si pone “in concorrenza” con l’Occidente. Quale dialogo possibile? “Quello che sa fare tesoro della lezione degli eventi, ricerca la conoscenza reciproca, è consapevole che né il cristianesimo né l’islam sono un blocco monolitico, incoraggia l’esercizio critico: in una parola si sforza di salvare quanto di meglio appartiene alle due tradizioni”, osserva Tincq.
Il fascino dell’Oriente. L’induismo, con i suoi 800 milioni di seguaci, unitamente al buddhismo e alle religioni tradizionali cinesi (altri 800 milioni di fedeli), seduce un numero sempre maggiore di occidentali. Tre milioni i buddisti in Europa, rende noto Tincq; 550 mila in Francia. Un “pubblico medio” di insegnanti, professionisti e impiegati che non ha nulla di stravagante o di eccentrico. Dove risiede la sua forza d’attrazione? Superata l’accezione semplicistica dei decenni passati, riflette Tincq, che lo riduceva ad “una religione senza Dio legata ad una sorta di ricerca di esotismo”, il buddhismo presenta “una disciplina rigorosa fondata sulla non violenza e il rispetto dell’ambiente, una ricchezza di riflessione speculativa e una coerenza interna che affascinano l’uomo di oggi”. Il rischio, mette in guardia Tincq, è quello del sincretismo: “Non è raro incontrare oggi in Francia dei neo-buddhisti che si autodefiniscono ancora cristiani”.
Giovanna Pasqualin Traversa