La società civile si fa sentire” “

” “Le organizzazioni non governative ” “francesi saranno in "prima linea" al” ” vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile perché la società civile vuole essere ” “protagonista” “” “


Il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg in Sudafrica, che si svolgerà dal 26 agosto al 4 settembre, ha catalizzato sin dal 2000 l’attenzione di un centinaio di associazioni cattoliche, mentre ha suscitato qualche perplessità da parte del Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo (Ccfd), prima organizzazione non governativa (Ong) francese di sviluppo. Invece il governo francese ha impiegato molto tempo prima di dimostrare il proprio interesse a questo appuntamento.

Il Collettivo Jo’burg 2002. Dal giugno 2000 si è creato, in Francia, su iniziativa dell’associazione 4D (“Dossier e dibattiti per lo sviluppo sostenibile”), un collettivo per preparare il vertice di Johannesburg: il Collettivo Jo’burg 2002, che riunisce circa cento organizzazioni non governative (Ong), associazioni ambientaliste di difesa dei diritti e dello sviluppo. Guidato da un comitato direttivo che riunisce 13 associazioni e collettivi di associazioni, Jo’burg 2002 riunisce i rappresentanti di diverse istituzioni locali, nazionali, europee ed internazionali per confrontarsi sulla posta in gioco del vertice. Riconosciuto come interlocutore dei poteri pubblici, partecipa al Comitato francese per il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile.
Concreti aiuti allo sviluppo. “Le Ong francesi riunite in seno al Collettivo Jo’burg 2002 affermano che il perseguimento di un tipo di sviluppo produttivista e consumista, privilegiando la liberalizzazione senza limiti del mercato, potrà solo rafforzare le tendenze negative”. Al contrario propongono “un contratto sociale planetario”. “Cambiamenti di atteggiamento, individuali o collettivi, in particolare modo in materia di gestione equa delle risorse naturali e umane” sono necessari, ad avviso del Collettivo, e richiedono una concertazione tra le associazioni di solidarietà internazionale di protezione dell’ambiente. Si chiede ai governi di attuare concrete  disposizioni esortando “primi fra tutti il governo francese e l’Unione Europea, a dotarsi dei mezzi necessari per l’attuazione dei programmi d’azione firmati dieci anni fa e di quelli futuri”. Per rispettare gli impegni in materia di aiuti pubblici allo sviluppo, ciò si traduce, concretamente, nello 0,7% del Prodotto interno lordo.
La delegazione al vertice. Attualmente il Collettivo ha indicato settanta persone appartenenti alle organizzazioni membri che si recheranno a Johannesburg, tra i quali sette membri del Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo (Ccfd) che aveva esitato vari mesi prima di decidere di unirsi al comitato nel marzo 2002. Costituito da 31 movimenti e associazioni e rappresentato da comitati in ogni diocesi, il Ccfd è ora deciso a formulare proposte in materia di economia solidale, debito, finanziamento dello sviluppo, commercio agricolo internazionale, accesso delle popolazioni alle risorse produttive (acqua, terra), diritto all’alimentazione e sovranità alimentare. Responsabile di questo programma, Catherine Godard è una dei sette membri del Ccfd che stanno per recarsi al vertice di Johannesburg. Godard non aveva partecipato alla conferenza di Rio Janeiro nel 1992 e quest’incontro in Sudafrica, che rappresenta per lei una prima esperienza, le appare troppo vasto. “É per questo motivo che, anziché rischiare la dispersione, preferisco puntare sul tema di competenza del Ccfd e spero di incontrare persone che lavorano sullo stesso argomento al Forum delle Ong che si svolgerà parallelamente al vertice ufficiale”, ha dichiarato a SirEuropa.
L’impegno del governo. Per quanto riguarda il governo francese, nonostante la tardiva preparazione iniziata nel 2001, sia il precedente sia l’attuale hanno affermato il proprio impegno a favore dello sviluppo sostenibile e la volontà di giungere a risultati concreti: “Di fronte all’opinione pubblica internazionale non possiamo assumerci la responsabilità di una sconfitta a Johannesburg”, ha dichiarato il presidente Jacques Chirac, durante il suo discorso del 14 luglio, giorno della festa nazionale. “Penso che riusciremo, in particolare in alcuni ambiti essenziali come quello delle risorse idriche, a fare progressi. Ma – si è rammaricato – i nostri amici americani sono molto indietro e questo non semplifica le cose”.