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Disaccordo sulla riforma della politica agricola” “

Con sorpresa da parte degli stessi addetti ai lavori, la Commissione europea ha colto l’occasione della pubblicazione dell’esame a medio percorso del regime agricolo, adottato al vertice di Berlino del 1999 e sancito da Agenda 2000, per presentare una Comunicazione che prevede una riforma radicale della Pac, la Politica agricola comune che impegna quasi la metà dell’intero bilancio comunitario. Franz Fischler, Commissario europeo all’agricoltura, ha affermato che “il nuovo sistema, mantenendo la stabilità dei redditi degli agricoltori, libererà questi ultimi dal vincolo di programmare e gestire la produzione in funzione degli aiuti che ricevono e gli consentirà di assumere decisioni in base alla domanda del mercato e alle aspettative della società”. La Comunicazione dell’esecutivo – che intende rispettare gli stanziamenti di bilancio di Agenda 2000 e che dovrebbe essere tradotta in proposte legislative entro novembre – è basata sulla drastica riduzione dei pagamenti diretti e sull’introduzione di un aiuto unico al reddito per impresa, svincolato dalla produzione.
Tali misure si applicherebbero inizialmente solo ad alcuni prodotti, come il grano duro, il riso, la carne bovina e ovina. Fischler ha inoltre illustrato il duplice obiettivo della strategia politica della Commissione per il comparto agricolo che consiste da un lato nel favorire la qualità della produzione rispetto alla quantità e dall’altro nel destinare le risorse risparmiate a “facilitare il processo dell’allargamento, a meglio difendere la Pac nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio, nonché a rafforzare il legame tra produttore e consumatore”. Parte delle spese sottratte agli aiuti saranno indirizzate allo sviluppo rurale con l’intenzione di aumentare i livelli di qualità, della sicurezza alimentare e del benessere animale.
Molte organizzazioni di settore di vari Paesi membri hanno duramente criticato le proposte della Commissione, preannunciando battaglia contro una riforma che è tra l’altro necessariamente legata ai negoziati agricoli con i Paesi dell’allargamento. Il Consiglio dei Ministri dell’agricoltura riunito il 15 e 16 luglio a Bruxelles ha messo in evidenza la totale opposizione alle proposte di riforma di Francia, Portogallo e Spagna, mentre Germania e Svezia – favorevoli alla nuova strategia – hanno espresso “rammarico” per il fatto che “la Commissione avrebbe potuto osare di più”.