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Violato il principio di sussidiarietà” “

Il Parlamento europeo ha approvato la relazione e la risoluzione su aborto e contraccezione senza rispettare la competenza degli Stati in materia” “

Il 3 luglio, il Parlamento europeo ha discusso e approvato (280 voti a favore, 240 contro, 28 astensioni) la relazione di iniziativa e la proposta di risoluzione della socialista belga Anne Van Lancker su “Salute e diritti sessuali e riproduttivi” (cfr SirEuropa n.19 del 16/5/2002). Il documento, adottato in Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità lo scorso 6 giugno con 19 voti a favore, 11 contrari e 2 astensioni, è stato oggetto di un ampio e controverso dibattito per le proposte formulate ai governi degli Stati membri e dei Paesi candidati volte, da un lato, a garantire il ricorso “facile e a buon mercato” alla “contraccezione d’emergenza” (ovvero alla cosiddetta “pillola del giorno dopo”) e, dall’altro, a far sì che “al fine di salvaguardare la salute femminile, l’aborto sia legale, sicuro e accessibile a tutti”. Dopo l’approvazione della relazione in Commissione, i gruppi politici del Parlamento europeo hanno presentato 34 emendamenti. La plenaria ne ha accolti solo 9 che non influiscono sul significato della relazione: in particolare, l’emendamento n. 27 presentato dalla destra europea (Uen) e teso a cancellare il paragrafo sulla legalizzazione dell’aborto è stato respinto. E’ invece passato, seppur solo per la prima parte, l’emendamento n. 1 presentato dal Partito popolare europeo con il quale si afferma che la regolamentazione giuridica dei diritti riproduttivi è competenza degli Stati membri “e che il principio di sussidiarietà si applica al settore”. Il testo della relazione e della risoluzione sono disponibili sul sito del PE, www.europarl.eu.int. Abbiamo chiesto a padre Pierre de Charentenay , direttore dell’Ocipe (“Office Catholique d’Information et d’Initiative pour l’Europe”) a Bruxelles, di commentare il risultato della votazione.

Come valuta la relazione su salute e diritti sessuali approvata dal Parlamento europeo?
“La relazione contiene idee condivisibili e altre non condivisibili. Ad esempio, in linea di principio è doveroso che ci si occupi della salute delle donne e quindi è un bene che la relazione richiami l’attenzione su questi aspetti. Tuttavia, nel documento sono suggerite proposte contrarie alla morale cristiana, quali la raccomandazione agli Stati membri e ai Paesi candidati di legalizzare l’aborto ai fini della protezione della salute delle donne gravide. Il problema di fondo, comunque, è il fatto che l’Unione non deve intervenire nella legislazione degli Stati membri su un tema delicato come quello in esame”.
E’ stato violato il principio di sussidiarietà?
“Direi proprio di sì. L’approvazione di tale documento è chiaramente una violazione del principio di sussidiarietà. Infatti, la relazione raccomanda ai governi degli Stati membri e persino a quelli dei Paesi candidati di adottare misure per le quali l’UE non ha competenza. Bisogna invece ricordare che quanto concerne la morale personale non può essere di competenza comunitaria. Infine, il tono del documento mostra chiaramente che le lobby pro-abortiste e le lobby anti-religiose e anti-cattoliche sono ancora molto attive in seno al Parlamento europeo: tali organizzazioni utilizzano il concetto dell’antidiscriminazione per scavalcare la sussidiarietà. Occorre, al contrario, promuovere il rispetto delle diversità”.
Come commenta l’esito del voto?
“Si conferma la presenza all’interno del Parlamento europeo di un importante numero di deputati favorevoli ad una legislazione abortista. Ma ciò che è più grave, ripeto, è che gli stessi membri dell’Europarlamento non hanno perso in considerazione il principio di sussidiarietà: e dire che sono loro i primi ad affermare che la sovranità nazionale deve essere oggetto di rispetto assoluto. Ritengo che agendo in questa maniera e approvando la relazione Van Lancker si sia andati contro i diritti fondamentali dell’Unione Europea, dei popoli e degli Stati. Si presenta così un’Europa ‘insopportabile’ agli occhi dei cittadini, un’Europa che dimostra la volontà di avere voce in capitolo su tutto anche quando – come per le questioni legate all’etica ed alla morale – non ne ha titolo alcuno”.