“Rifulge dinanzi a voi l’esempio indimenticabile dei martiri e dei confessori della fede, che non hanno esitato a pagare con il prezzo della vita la loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Essi costituiscono per tutti un costante insegnamento. Sì, la terra ucraina, intrisa del sangue dei martiri, ha dato al mondo l’esempio di un’invitta fedeltà al Vangelo!”: Giovanni Paolo II, nel messaggio al cardinale Husar, arcivescovo maggiore di Lviv (Leopoli), in occasione dell’Assemblea della Chiesa greco-cattolica ucraina in corso in questi giorni per celebrare l’anniversario della visita pastorale del Pontefice, ha invitato il popolo ucraino a stringersi nel ricordo dei suoi martiri per la fede. “A questo patrimonio spirituale – prosegue il messaggio del Papa – voi potete attingere per proseguire nello slancio apostolico e missionario. Nella società odierna, in cui sembra spesso prevalere la ricerca del potere, del successo a tutti i costi, del possesso egoistico che rende le persone insensibili alle necessità del prossimo, ogni comunità ecclesiale è chiamata a proclamare e testimoniare il rispetto della dignità di ogni essere umano e l’esercizio del potere non come dominio ma come servizio”. Due per il Papa i campi d’impegno: la famiglia e i giovani “che devono essere aiutati a sentirsi protagonisti nella ricostruzione spirituale e materiale del Paese”. Il Papa ha infine esortato la Chiesa ucraina, dopo le molte incomprensioni e divisioni che ne hanno segnato la storia, a “intensificare gli sforzi di intesa e di comunione”, in particolare tra i cattolici dei due riti.